Sara Reho si getta sul cadavere ancora caldo di Seid Visin


Seid Visin, 20 anni, si è tolto la vita ed ha lasciato una lettera del 2019 in cui spiegava di essere vittima di razzismo.
Seid ha scritto che «ovunque io vada, ovunque io sia, ovunque mi trovi sento sulle mie spalle, come un macigno, il peso degli sguardi scettici, prevenuti, schifati e impauriti delle persone». «Qualche mese fa ero riuscito a trovare un lavoro che ho dovuto lasciare perché troppe persone, prevalentemente anziane, si rifiutavano di farsi servire da me e, come se non bastasse, come se non mi sentissi già a disagio, mi additavano anche la responsabilità del fatto che molti giovani italiani (bianchi) non trovassero lavoro».

Ma Sara Reho, in qualità di esponente del partito omofobo di Mario Adinolfi, dice che lei ha deciso che il ragazzo mentisse dato che lei, donna eterosessuale bianca, dice di non credere al razzismo esattamente come dice di non credere all'omofobia. Ed ovviamente insulta chi pensa che Seid sapesse cosa stava scrivendo:



Se non si capisce perché i genitori adottivi di Said dicano che il figlio adottivo fosse un bugiardo che si inventava false accuse di razzismo, la vittima è stata prontamente abusata dalla signorina Reho per negare tutto ciò che l'ultra destra dice di non voler vedere.

Intanto anche Matteo Salvini ha condiviso lo screenshot di un articolo sulla morte di Seid Visin, in cui si legge una dichiarazione dei genitori del ragazzo, secondo i quali “il gesto estremo non deriva da episodi di razzismo“. A detta sua (e della Reho) ciò dovrebbe assolvere la destra che promuove razzismo manga ogni responsabilità davanti alle loro vittime.
In risposta allo sciacallaggio salviniano, Roberto Saviano ha commentato: “Senatore Salvini, legga la lettera scritta da Seid, parla di lei e del clima infame che ha creato in questo paese. Ho pietà per lei, e spero ne abbiano anche i suoi figli, che lei non esita a esibire sui social per fare propaganda; esponendoli a tonnellate di odio che lei stesso provoca e fomenta. Che squallore, che meschinità: qualcuno dovrebbe difendere i suoi figli da lei stesso. Quindi non si azzardi a dare lezioni. Lei non può. Lei non potrà mai”.
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