Adinolfi dice che il contrasto all'odio sua "una farsa"


Mario Adinolfi pare un disco rotto, istericamente impegnato da mesi a irridere, insultare e denigrare una legge che proteggerebbe le vittime di odio dalle violenze subite.
Nonostante lui non rappresenti nessun altro che sé stesso dato che praticamente nessuno l'ha votato, il fondamentalista continua a proporsi come il tizio che vuole intestarsi una battaglia contro i diritti civili, chiedendo che l'istigazione alla discriminazione resti impunita, che ai bambini sia negata una sana educazione al rispetto e che le persone trans siano escluse da ogni tutela.

Acclamato dalla solita Sara Reho per le sue interviste ai siti complottisti legati al populismo organizzato, dichiara:

Mi pare chiaro che ormai la farsa di Zan sia al capolinea. Enrico Letta ormai non tiene neanche il Pd e non ci sarà neanche bisogno del voto secreto per abbattere il provvedimento. La modifica degli articoli 1, 4 e 7 è l’ultimo passo praticabile per evitare una Waterloo al Pd, a meno che non si voglia seguire il fascista istinto alla bella morte in aula proclamato dalla senatrice Monica Cirinnà. Come Popolo della Famiglia, peraltro, lo riterremmo il passaggio più auspicabile, per liberarci completamente e definitivamente di una proposta di legge che non serve a nessuno se non a ingrassare le casse della nota lobby.

Il riferimento è alla sua contrarietà al finanziamento dei centri anti-violenza e dei rifugi che ospitano i ragazzi che i suoi seguaci cacciano di casa a causa del pregiudizio che lui promuove.
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