Covid-19. Zaira Bartucca e Riccardo Cascioli mettono in croce i parroci che tutelano la salute dei fedeli


Questa volta è don Pier Paolo Busto ad essere finito nel mirino di Zaira Bartiucca. La signora, che peraltro si dichiara atea, ci viene a raccontare che un prete dovrebbe accogliere in chiesa quei non vaccinati che per menefreghismo o negazionismo vorrebbero andare a messa a infettare gli altri. Ed il bello è che ci spiega che quella pretesa sarebbe un volere di Papa Francesco.
Ed è così che un parroco coscienzioso che vuole tutelare i suoi fedeli viene apostrofato come "hater anti free-vax" da chi ha iniziato a remare contro al governo sin dal primo giorno della pandemia:



Se pare più che evidente il senso di quel cartello, la signora Bartucca inizia a dire che:

Immunodepressi, persone che non rientrano per fascia di età nella campagna di vaccinazione di massa come i bambini, allergici, soggetti a rischio trombosi o con problemi cardiaci: secondo Pier Paolo Busto non hanno diritto di partecipare a una funzione religiosa e dunque alla vita sociale, come se il dio vaccino (a quanto pare venerato da alcuni religiosi più di Gesù) avesse cancellato con un colpo di spugna l’articolo 19 della Costituzione sulla Libertà di Culto e quello 32 sulla libertà di scelta.

Non sarà che il parroco si riferiva a chi, come Zaira Bartucca, non si è voluta vaccinare pur senza rientrare in quella lista? E non è forse vero che le chiese sono frequentate da molti soggetti a rischio che potrebbero finire in terapia intensiva? Eppure inizia a urlare che chi ha deciso di rappresentare un rischio per la salute altrui dovrebbe poter entrare nelle chiese nella noncuranza della salute altrui:

“Chi non è vaccinato costituisce grave pericolo e non è gradito in questa Chiesa”, ha sentenziato don Busto in un cartello scritto alla buona appiccicato con il nastro adesivo sul portone della “sua” Chiesa. Un paradosso vivente, se si pensa che il parroco lavora alla Caritas ed è il direttore di una rivista che si chiama “La Grande Famiglia”. Una parentela estesa che in tempi di covid si deve assottigliare, fino ad escludere chi non si vuole immolare (con spirito cristiano, s’intende) al siero sperimentale. Che poi, in fondo, il don ha ragione: in tempi di modernismo ecclesiastico l’accoglienza si fa a suon di distinguo: ne viene proclamata la fondatezza per migranti ed omosessuali, ma lo stesso inspiegabilmente non vale per le persone che per un motivo o per l’altro non si sono prestate alla sperimentazione di massa, che vengono considerate come contagiose a prescindere. E’ la “Chiesa 2.0” di Papa Francesco, da oggi anche la chiesa dei virologi e dei provax. Gli altri si chiudano in casa, come vogliono quelli democratici.

A quel punto, la signora Bartucca si compiace con la lobby integralista e negazionista de La Nuova Bussola Quotidiana che avrebbe ottenuto un lasciapassare per gli untori all'interno della chiesa:

C’è chi dice che segnalare i disservizi e le ingiustizie e scrivere articoli in un momento come questo non serve a niente. E’ vero il contrario se – fa sapere la Nuova Bussola Quotidiana – il tam tam della rete e l’ovvio sdegno dei fedeli messi alla porta dallo zelante don Busto ha fatto in modo che il cartello incriminato venisse rimosso. Una bella lezione di attivismo con lieto fine: ora tutti potranno partecipare liberamente – come è ovvio – alle funzioni religiose, anche nella Chiesa di San Paolo Apostolo di Casale Monferrato. Anche perché chi voleva sbarrare l‘accesso alle Chiese per decretino con la scusa del covid, è già andato.

Peccato che ciò significa che nella Chiesa di San Paolo Apostolo di Casale Monferrato si dovrà rischiare la propria vita perché ci sono dei prepotenti che vogliono presenziare alle messe senza aver fatto la loro parte nel contrasto alla pandemia. E tutto questo non pare molto cristiano.
Commenti