De Carli ci spiega che il fondamentalismo è sbagliato so se di matrice non "cristiana"


Mirko De Carli, in qualità di esponente del partito omofobo di Mario Adinolfi, pare surreale nel suo tentativo di sostenere che il fanatismo religioso sia male a meno che non sia a lui gradito. Ed è così che lo troviamo a condannate quei talebani che condividono il suo stesso programma politico mentre inneggia a Putin e Orban. In una sua intervista, dichiara:

Stanno emergendo delle forme di governo che cercano di trovare fondamento non solo giuridico ma anche culturale e sociale attraverso un uso della religione o di ideologie che fanno riferimento a dogmi religiosi – ne è appunto un esempio il nascente emirato afgano, frutto della ritirata occidentale e dell’endorsement cinese e russo per gli “studenti” talebani che sono andati al potere - e dall’altra parte l’arretramento di quella cultura occidentale che ha fatto di un rapporto virtuoso, sano, tra Stato e religione, ovvero declinato attraverso la laicità, la propria forza, il proprio modello di governo. Oggi abbiamo, come dici tu appunto Gianluca, un Occidente che è dominato da un totalitarismo ideologico radicale, che vede nell'individualismo e nel nichilismo, nell'affermazione della persona-individuo e del suo desiderio la risposta per ogni struttura giuridica costruita. E dall’altra parte abbiamo la proposta politica cinese, che mette al centro un'organizzazione ideologica che applica i principi-guida del comunismo attraverso un rapporto sempre più violento e sempre più consumista con l'economia. Quindi la persona che diventa cosa, com'era nel comunismo, non più dentro un concetto di programmazione economica com'era nel soviet, ma dentro un'economia capace di trasformare le persone in cose dentro la globalizzazione contemporanea. È chiaro che a livello globale ci sono anche alcuni elementi che si guardano con interesse e con favore. Penso ad alcuni spunti che emergono dalla Russia di Putin – la Russia di Putin che ha tanti limiti e difficoltà ed elementi contraddittori nel rapporto tra potere e popolo, istituzioni e Paese – dove si può notare un rapporto interessante, da analizzare, da guardare con favore (come anche in alcuni Paesi dell'est Europa, penso ad esempio all'Ungheria) tra la religione dominante nel territorio (in questo caso la cristiana ortodossa) e gli uomini e le istituzioni del governo: si cerca di creare un collante tra popolo e istituzioni che nasca da un comune sentire, figlio appunto di un rapporto virtuoso con il tessuto religioso maggiormente presente per storia e per numeri di aderenti e di fedeli nel territorio.

Esponente di un partito che teorizza la sottomissione femminile, De Carli aggiunge poi:

Caro Gianluca, il ruolo della donna è molto importante perché è il ruolo centrale e decisivo nella famiglia, nella famiglia che nasce e nella famiglia che si apre alla vita con dei figli. È chiaro ed evidente che oggi purtroppo c'è un rapporto snaturato con la religione; la religione è diventata soprattutto nell'Occidente contemporaneo un fatto privato, da rinchiudere dentro la dimensione della vita privata delle persone, e non più un fatto comunitario. Vediamo quante volte purtroppo accade che si riduca il fenomeno religioso a qualcosa che nulla ha a che vedere con la dinamica della vita sociale e pubblica.

Citata a casaccio il cristianesimo, De Carli si gioca la carta del "gli islamici sono tutti terroristi" che tanto eccita i neonazisti:

Per quanto riguarda il rapporto coi musulmani, io l'ho detto più volte, anche nel libro-intervista con Massimiliano Fiorin "Le radici verso l'alto", dove appunto ho dichiarato che non esiste oggi un Islam moderato. L'Islam purtroppo, come ha ben detto a Ratisbona Benedetto XVI, ha alcuni elementi che sono ancora contraddittori, frutto di una religione giovane, di una religione con alcuni elementi non ben precisi per quanto riguarda nello specifico il rapporto con la violenza; e quindi questo dev'essere un lavoro che deve far maturare un nuovo Islam, che sia capace di superare questo rapporto malato con la violenza e che possa abbracciare dentro la propria visione di fede quelli che sono i valori delle tradizioni occidentali di libertà e di diritti e di doveri, frutto della nostra storia.

Curioso, dato che lui è contro la libertà di poter sposate chi di viole, contro la libertà di poter decidere del proprio fine vira e contro qualunque "libertà" non contempli l'imposizione del suo volere. E davvero la sua idea di "libertà" è quella rappresentata da Orban e da Putin?
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