Il pastore Carollo insulta il commissario dei diritti umani, inventandosi che Pillon sarebbe la maggioranza


La stragrande maggioranza degli italiani chiede l'approvazione del ddl Zan, ma il pastore evangelico Luigi Carollo nega l'evidenza mentre ricorre ai suoi soliti insulti.
La sua tesi è semplice: dato che lui esige impunità per chi delinque contro le minoranze, sostiene che i crimini d'odio siano cosa buona e giusta, invita i genitori omofobi a non accettare i propri figli qualora non risultino conformi ai suoi pruriti sessuali e prega insieme a Pillon perché Orban ci domini, è facendo leva sull'ideologia sovranista che oggi scrive che lui si sente rappresentazione di tutti gli italiani mentre istiga alla discriminazione:



Se la sua ossessione anti-gay pare ormai tragicomica, il signor Carollo pare vivere in un'eterna contraddizione. Mentre giura che l'Italia sarebbe omofoba e che la Costituzione da lei sottoscritta sarebbe carta straccia, promette che lui educherà i suoi figli a casa perché teme che i valori insegnati nelle scuole possano mettere in discussione le sue ideologie minoritarie. Dunque, allora manco lui crede a ciò che giura?

Fa così sorridere che quel tizio che ha ottenuto visibilità mediatica solo grazie all'orrore suscitato dal suo aver usato la figlia neonata a fini propagandistici si metta a strillare che Dunja Mijatovic, commissario europeo per i diritti umani, dovrebbe starsene zitto mentre Pillon cerca di impedire i diritti umani di un popolo. Ed ovviamente sceglie un racconto di parte, pubblicando la solita stampa di destra:



In quella sede, tale Federico Garau scrive:



Che dovrebbe c'entrare il Pride? E a che servirebbero le commissioni se loro sostenengono debbano tacere quando i diritti umani vengono calpestati dai prepotenti di estrema destra.

L'articolo inizia così a propinare ai lettori un caso creato dalla propaganda di Provita Onlus, sostenendo che sarebbe "colpa" di una legge che non esiste se un professore di religione criticato dai genitori verrà trasferito perché nessuno è disposto ad affidargli i suoi figli:



Anche qui siamo nella più totale ipocrisia: Jacopo Coghe difende chi licenzia i professori perché gay, ma poi sostiene che quelli omofobi dovrebbero poter scrivere messaggi di istigazione all'odio senza assumersene le responsabilità.
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