Subisce uno stupro di gruppo la ragazza lesbica ugandese illegalmente espulsa dall'Europa


La storia di Doreen ci mostra i devastanti effetti delle politiche di destra. Nata in Uganda, resta ben presto orfana di entrambi i genitori. Le restano solo uno zio che la stupra e una nonna, con la quale va a vivere.
Durante l'adolescenza inizia a frequentare un’altra ragazza, ma i vicini di casa scoprono la sua relazione: entrano in casa sua e, non trovandola, uccidono sua nonna. Un'amica aiuta Doreen ad ottenere un visto per il Regno Unito. Ha 17 anni quando arriva a Londra nel 2011.
Inizia a lavorare come parrucchiera e scopre che in Europa non si viene uccisi se si è lesbiche. Tutto pareva finalmente risolto e la sua vita stava finalmente prendendo la giusta piega.
Un brutto giorno, però, la ragazza viene fermata dalla polizia e viene arrestata perché suo visto è scaduto da tempo. Doreen scopre che avrebbe potuto fare domanda di asilo, ma lei non lo sapeva e non aveva nai fatto nulla. Nessuno glielo aveva detto.
Presenta domanda, ma le autorità decidono che il fatto che non l'avesse presentato prima avrebbe dimostrato che mentisse. Viene così espulsa nel 2013. O, per dirla alla Salvini, viene "rimandata a casa sua".
Tornata in Uganda, subisce uno stupro di gruppo, come troppo spesso capita a molte donne che vengono scoperte lesbiche.

A sei anni dall'espulsione, i giudici hanno stabilito che il processo di valutazione della sua domanda è stato troppo superficiale e veloce. L'espulsione è stata illegale. La corte ordina al governo di far tornare la ragazza nel Regno Unito, ma questo non accadrà perché il ministero dell'interno britannico ha deciso di fare ricorso. E dato che la sua domanda potrebbe essere respinta, le destre non sprecheranno i soldi del biglietto aereo sino a quando non sarà rivalutato il caso. Nel mentre, la ragazza dovrà restare nell'inferno ugandese a cui l'Europa l'ha condannata.
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