Adinolfi si propone come il proibizionista che farà il gioco delle mafie


Di ritorno dal raduno filo-nazista in cui si è vantato di essersi battuto contro il contrasto ai crimini d'odio, il fondamentalista Mario Afinolfi annuncia che la sua nuova crociata sarà volta a garantire che si possano bere alcolici fino a morire, ma non si possano avere un paio di piantine di cannabis sul terrazzo. Sia mai che il business in mano alle mafie ne possa risentire:



Surreale è come Adinolfi metta in relazione la sua contrarietà al contrasto con i crimini d'odio alla sua contrarietà che l'acquisto di cannabis non foraggi le mafie. E spiegherà alle famiglie che lui si impegna a garantire che i loro figli siano costretti a frequentare spacciatori perché a lui porta profitto proporsi come il bigotto che sbraita contro i ragazzini che si fanno una canna?

A spiegarci che uno studente su tre sarà portato a frequentate spacciatori e che gli spacciatori proporranno droghe ben peggiori è lo stesso Adinolfi, che nel 2018 scriveva:



Ma davvero crede che imporre divieti e proibizioni sia preferibile ad un'azione di educazione e formazione? Perché di solito gli adolescenti vengono attratti da ciò che si vieta loro...

Ne parrebbe convinto il pastore Carollo, ossia quell'evangelico che sosteneva che i genitori possano obbligare i figli ad essere eterosessuali semplicemente rifiutandosi di accettare la loro natura. Con la solita scusa che i problemi sarebbero sempre "altri" (anche se poi la loro priorità è quella di impedire le leggi), scrive:



Insomma, le loro "battaglie" finiscono sempre col pretendere che gli altri siano obbligati a fare quello che populisticamente dicono loro. E, in questo caso, le mafie ringraziano.
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