Il populismo di Sara Reho contro i diritti dei malati


La signorina Sara Reho, in qualità du esponente del partito omofobo di Mario Adinolfi, è di un populismo imbarazzante mentre si inventa che DJ Fabo non volesse morire e che l'abbiano ucciso in quanto ritenuto improduttivo.
Ora, capiamo che la signorina non sappia che inventarsi pur di sostenere che i malati terminali debbano essere torturati contro il loro volere, ma sperare di ottenere la ragione dicendo bugie non le fa onore. Ancor più quando il suo capo cerca i voti dei filo-nazisti, ossia quelli che l'eutanasia la imponevano per davvero.
Si inventa pure che agli animali non sia concesso eutanasia, anche se solo un padrone sadico potrebbe negare quella puntura che ogni persona per bene si trova a dover scegliere per i propri amici animali quando la loro vita diventa una sofferenza non curabile. Ed è da vomito come dica persino che rispettare la volontà dei malati significherebbe "uccidere chi e più debole e indifeso". Peccato che lei potrà soffrire quanto vorrà e noi le auguriamo che non le sia risparmiato un solo secondo di agonia, ma la smetta di inventarsi che è per gli altri che lei pretende leggi che vietino di fare scelte diverse dalle sue (o presunte tali, dato che vorremmo vedere come si comporterebbe se a soffrire fosse lei e non un qualche sventurato che viene torturato nel suo nome).

È dunque surreale leggere le sue parole trasudanti di odio verso chi soffre, infarcite delle false promesse di chi dice che i malati terminali possano essere curati nonostante chiunque sappia bene che non è così:



Lo dica un faccia a gente come Welby che lei se ne frega del loro volere e delle loro decisioni.
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