Non è indagato e non ha commesso reati, ma Belpietro lo sbatte in prima pagina. L'escort: «Ora penso al suicidio»


Maurizio Belpietro è un Morisi con meno etica. Sul suo giornaletto ama mettere alla gogna i cittadini, fregandosene altamente di come il suo campare sull'odio possa distruggere intere vite.
Se alcuni mesi fa ottenne il licenziamento di Carlo Masi dall'Università Sapienza di Roma grazie ai titoletti con cui irrideva la sua passata carriera da attore pornografico, ora cercherà fi far crepare di fame le famiglie degli escort pur di sbattere le loro fotografie in prima pagina. Insomma, come per tutti i populisti, anche Belpietro pare pensare che gli altri non sino altro che carne da macello da poter stuprare per il proprio profitto personale.



Alexander è uno dei due ragazzi di nazionalità romena che Morisi ha pagato per fare sesso. Oggi 21enne, è arrivato dalla Romania quando era ancora un ragazzino. Ha studiato in Italia ed aveva iniziato a lavorare in un bar, ma la pandemia ha distrutto i suoi piani.
«Non avevo più soldi per vivere e nemmeno soldi da mandare a casa. Io mantengo tutta la mia famiglia», racconta. Il giovane decide così di diventare un escort.
La notte in cui Morisi chiama Nicolas, Alexander è insieme all’amico. I due vanno al cascinale di Morisi e si concimano i fatti noti. Dopo 12 ore di alcol e droghe richieste dal leghista, Nicolas chiama i carabinieri.

Sbattuto in prima pagina da Belpietro, teme di non avere più alcun futuro: «Sto male, sono senza una lira e nessuno mi vuole più incontrare. Non lavoro. È tutto finito. La mia vita è distrutta. Da quando sul giornale La Verità hanno pubblicato il mio nome, la mia faccia e ogni cosa di me io sono all’inferno. Prima quei giornalisti si erano finti clienti e mi hanno chiesto anche il codice fiscale per il pagamento. Quando mi hanno detto chi erano davvero io li ho richiamati in lacrime. Li ho pregato di non mettere il mio nome, li ho scongiurati di non mettere la foto con la mia faccia. Ho detto che mi sarei ammazzato. Ma loro se ne sono fregati. Adesso non mi chiama più nessuno. Non ho manco i soldi per fare la spesa. Nessuno si fida più di me. Il telefono non squilla più. Mi chiamano solo giornalisti che si fingono clienti». «Penso alla morte, ho bisogno di uno psicologo. Questo è un lavoro brutto e difficile, non è che uno lo fa per comprarsi la roba di Louis Vuitton. Lo faccio per soldi, per necessità, lo faccio per vivere e per mantenere tutta la mia famiglia».

Presto anche Alexander sarà chiamato in procura, a Verona. Ufficialmente non è tra gli indagati, ma questo non ha fermato Balpietro dal danneggiarlo in modo che l'intimidazione sia chiara: chi tocca gli interessi economici di Salcini verrà punito.
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