Perugia. Condannato a nove mesi di carcere il professore omofobo che insultò e picchiò uno studente 14enne


Dopo sette lunghissimi anni, finalmente giustizia è stata fatta. È stato condannato il professore omofobo di Perugia che, l'11 novembre 2014, prese di mira uno studente 14enne affermando in classe: «L’omosessualità è una brutta malattia, ne sai qualcosa tu». Poi lo colpi anche fisicamente, infliggendogli due calci a una gamba e altrettanti pugni a una spalla.
Ora l'insegnante (se così lo si può chiamare) è stato condannato per abuso d’ufficio e lesioni aggravate a nove mesi di reclusione (poi sospesa) e ad una multa di 1.500 euro. In assenza di un ddl Zan, ovviamente è stata riconosciuta alcuna aggravante derivante dalla matrice d'odio dell'aggressione.

Nella sentenza viene spiegato che «nello svolgimento del proprio servizio ha abusato dei propri poteri e in violazione di leggi e regolamenti ha arrecato un danno ingiusto all’alunno» poiché «alludeva alla sua presunta omosessualità» del minorenne e ne ledeva «l’onore e il decoro».
I giudici hanno ricostruito come 50enne si sia avvicinato improvvisamente al minorenne, percuotendolo «dapprima con due calci alla gamba destra, poi con due pugni alla spalla» e poi afferrandolo al collo «fino a fargli mancare il respiro, procurandogli ecchimosi alla gamba giudicate guaribili in cinque giorni». Da qui l'aggravante «per aver commesso i fatti di ingiurie, percosse e lesioni con abuso dei poteri e in violazione dei doveri inerenti la pubblica funzione esercitata, approfittando di circostanze di persona tali da ostacolare la pubblica e privata difesa, in particolare dell’evidente inferiorità psichica della vittima, in ragione della minore età, sia del ruolo di insegnante».
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