Pillon accusa Google di "propaganda gay" e dice che i veri discriminati sarebbero gli omofobi


Nel suo quotidiano attacco ai gay, il senatore leghista Simone Pillon si è messo a teorizzare esista quella fantomatica "propaganda gay" con cui il suo alleato Putin sta ingannando i suoi cittadini. Evidentemente lui crede che la mancata discriminazione potrebbe portarlo ad apprezzare i maschietti come quel suo Morisi che li preferiva rumeni e pagati per fornire prestazioni sessuali.
Ed è forse pensando che i suoi proseliti siano tanto cretini da pensare esista un "signor Google" che il leghista inizia a lamentarsi che i proprietari di attività commerciali possano indicare il loro essere lgbt-friendly in modo da scongiurare che i loro clienti rischiano discriminazioni. Ma Pillon non vuole, dicendo che lui pretende che i gay abbiano paura di rivolgersi ad un avvocato temendo di trovarsi di fronte feroci omofobi del suo calibro:



Se le mistificazioni di Pillon sono tragicomiche dato che nessuno gli ha mai chiesto di mettere fotografie di kiwi, banane o escort rumeni sul suo sito, è offensivo il suo voler ordinate alle donne cosa lui le ordina di pensare. E lui vuole pensino che l'omofobia è bella, parlando a nome di mamme e papà quasi pensasse che l'esaltazione della penetrazione vaginale sia la naturale sostituzione delle teorie sulla "razza ariana" proposte dai nazisti. Si inventa poi che pure l'orientamento sessuale sarebbe "autopercepito" e lo oppone al "dato biologico" in una mistificazione imbarazzante. Dice che la tolleranza è una "pericolosa ideologia" e promette che lui "darà battaglia" per garantire impunità ai fascisti che vanno in giro a picchiare i ragazzini gay per strada. Insomma, la solita solfa ch elo vede sostenere che lui si sente "discriminato" perché non può discriminare.
Eppure pare evidente che a Pillon non basti più l'istigazione all'odio, ora voglia lavorare per danneggiare e rendere più difficile la vita delle sue vittime.
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