De Carli insiste: «La discriminazione è buonsenso. L'intera Romagna si identifica in Adinolfi»


Mirko De Carli è davvero irritante. Felice perché il suo inveire contro le ragazzine trans che chiedono rispetto gli ha fatto ottenere una immotivata visibilità, in serata è tornato ad attaccare l'azienda dei trasporti di Ravenna che non discriminerà i suoi passeggeri.
Inizia così a starnazzare che la discriminazione sarebbe «buonsenso» e che l'intera popolazione di sentirebbe rappresentata dal partito di Adinolfi anche se nessuno lo ha votato.
Ovviamente partendo dal presupposto che ogni sua pretesa a danno dei minori sia un ordine, per esigere che la 15enne trans che ha ottenuto il nome di adozione sul suo abbonamento sia costretta con la forza ad essere identificata come un maschio. Lo scopo? Discriminarla per il piacere di discriminare:



Se è opinabile che De Carli parli di «buonsenso» in riferimento alla sua ideologia, surreale è come scriva che «tanti cittadini si dissociano dall'inziativa e protestano con le parole del Popolo della Famiglia».
La fonte? Lui stesso, dato che la sua avvocatessa (di Forza Italia) sottolinea come De Carli si sia fatto da solo l'immaginetta:



Quindi il «buonsenso» sarebbe fare ciò che ordina un tizio che campa sull'istigazione alla discriminazione (come dice Adinolfi) mentre si impagina da solo delle immaginette in cui si dà ragione da solo.

Nei giorni scorsi De Carli elogiò chi usa la parola «fr*cio» come offesa e chi dice che i gay avrebbero l'hiv, sostenendo che quelle offese sarebbero una «ironia» che lo fa ridere a crepapelle. Ora pare voler ridere della discriminazione inferta alla 15enne che, insieme alla sua famiglia, ha ottenuto il dovuto rispetto della sua identità mentre lui sbraita che bisognerebbe vietare alle persone trans di poter vivere serenamente la loro vita.
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