I seguaci di Tuiach vogliono uccidere chi lo ha licenziato


Il camerata Fabio Tuiach è stato licenziato dal Porto di Trieste perché se ne andava a manifestare in piazza metre era in malattia. Era stato lo stesso portuale a raccontare al Corriere della Sera i dettagli delle sue scappatelle e sarebbe anche stato ripreso mentre si trovava in piazza negli orari di reperibilità.
Ovviamente Tuiach nega l'evidenza e tira in ballo i suoi figli, sostenendo che sia per loro che lui vuole un mondo in cui i furbetti possano intascarsi lo stipendio mentre vanno in piazza a giocare a fare i fascisti.

Piagnucola anche che la polizia lo abbia cacciato dal molo che occupava illegalmente il molo 4, forse ignaro che lo sgombero è stato operato in virtù del decreto Salvini, ossia di quel tizio che gli ha procurato uno stipendio pubblico come consigliere che andava in aula a dirsi offeso dalla Segre perché diceva che Gesù era ebreo (come peraltro scritto nei Vangeli). Ma il peggio è il suo proclamarsi «perseguitato a causa della giustizia» prima di dire che lui erediterà il regno di Dio perché negazionista e no-vax:



Se è improbabile che i sindacati e le persone oneste abbiano dedicato anni a chiedere che ci si potesse dare malati pur stando in ottima salute al di fuori dell'orario di lavoro, tra i commenti che Tuiach ribadisce che lui vuole denunciare chi non si lascia prendere in giro da lui:



Molto preoccupanti sono quei i seguaci di Tuiach che minacciano di voler uccidere i suoi datori di lavoro perché lo hanno licenziato:



Non è la prima volta che i seguaci di Tuiach parlano di sparare in faccia a qualcuno, spesso invocando l'esecuzione di chi non è negazionista quanto i fascisti. Ma forse non ci si poteva attendere altro da chi frequenta la pagina di un simpatizzante di Hitler che elogiava i terroristi e invitava a sparare ai migranti e a bruciare vivi i gay mentre si intascava uno stipendio pubblico da consigliere comunale.
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