Il leghista Pillon invita a chiamare al maschile le donne trans, promettendo che lui vieterà la loro esistenza


Il senatore leghista Simone Pillon è tornato a cercare di corrompere i minori al bullismo, vantandosi del suo parlare al maschile delle donne trans.
Promette che lui vieterà la loro esistenza come già fecero i nazisti e che lui imporrà il genere sulla base degli organi geniali che provvederà a verificare frugando nelle mutandine dei bambini, quasi come se la suo cervello da leghista non gli permettesse di comprendere che Rocco Siffredi e Luxuria non hanno la stessa identità sessuale. Ma d'altronde si sa, l'analfabeta funzionale non è in grado di tutto ciò che non si adiretta conseguenza delle sue esperienze ed è tra loro che Pillon e Salvini cerca nodi raccattare proseliti.
Attaccando il principio stesso della giurisprudenza, Pillon giura che lui non accetterà mai le decisioni dei tribunali e che negherà l'identità delle donne trans anche dopo il processo di transizione. Di fatto, invita i suoi seguaci a violare la legge a a negare ogni rispetto a chi è vittima della sua incessante campagna d'odio.
Ed il bello è che dice tutto questo mentre fa vittimismo perché qualcuno ha osservato l'ovvio, ossia che non c'è nulla di cristiano nelle sue opere contro la vita, contro la famiglia e contro o bambini. Ed anche qui emerge tutta la sua ipocrisia. Pillon ha giurato per mesi che i reati d'odio dovessero essere ritenuti "libertà di espressione" ed ora spaccia per fantomatici "insulti" delle lecite opinioni che lui vuole vietare sostenendo che debba essere fatto divieto pensare contro il suo volere. Insomma, i talebani paiono dei moderati al suo confronto.

Dalla sua paginetta di propaganda, scrive:



Quindi lui si erge a detentore della verità della Provvidenza sulla sessualità umana? E siamo certo che debba essere lui a decidere chi sia maschio e chi sia femmina? Ma che Dio ce ne scampi!
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