Il Giornale accusa i Maneskin di «sparare a zero sull'Italia in mondovisione» per il loro supporto ai diritti civili


Rieccola! La Francesca Galici che giura di vedere «lezioni di sesso gay» nel materiale informativo contro le malattie sessualmente trasmissibili o che inveisca contro Lady Gaga, sostenendo che il suo supporto alle vittime di violenza omotransfobica sarebbe «uno spot al ddl Zan», ha deciso di aizzare i neri lettori de Il Giornale anche contro i Maneskin.
La pubblicista ha pensato di ricorrere a quelle contrapposizioni che tanto piacciono alla propaganda fascista, starnazzando istericamente che chi si oppone al regime integralista di Pillon starebbe denigrando la Patria padana del suo venerato Salvini poiché il diritto di opinione non è da lei ritenuto tollerabile:



Dato che la signora vomita insulti senza mai citare i fatti, va premesso che a farla schiumare di rabbia sono le parole pronunciate dalla band sul palco degli MTV EMA: «Quest’anno, in particolare, bisogna andar fieri del nostro Paese per i risultati raggiunti non solo da noi ma da tanti sportivi e da tante personalità della cultura. Peccato per i diritti civili, dove continuiamo a rimanere indietro, e invece per noi sarebbe stata la vittoria più importante. Siamo sempre schierati da quella parte sia sul palco che nella vita privata».
Parole di puro buonsenso, peraltro pronunciate in quell'Ungheria in cui l'alleato di Salvini e della Meloni ha introdotto leggi anti-gay di ispirazione russa.

Ma nel suo articoletto, la ragazzetta scrive:

L'Italia non è il Paese perfetto, figuriamoci. Siamo una delle nazioni con più difetti in assoluto. Ne abbiamo talmente tanti che non vale nemmeno la pena iniziare un elenco, perché tanto siamo certi che qualcosa rimarrà irrimediabilmente fuori. Quindi sì, l'Italia non è il Paese delle meraviglie, ma non è nemmeno quell'anfratto di inferno che gli stessi italiani dipingono all'estero. C'è tanto da migliorare e l'autocritica è spesso il propulsore migliore, ma quando viene fatta attraverso la lente distorta dell'esterofilia diventa qualcosa di diverso. L'ultimo esempio? I Maneskin dal palco del László Papp Budapest Sports Arena per gli Mtv Ema awards che, ancora e per l'ennesima volta, hanno tirato fuori il ddl Zan.

Praticamente parole a caso, con la pubblicistica Francesca Galici che pare sfottere l'omofobia nel coniare il delirante termine di «esterofilia» che lei regala a quei suoi lettori che dicono di sognare il dominio di Polonia, l'Ungheria e l'Arabia Saudita perché descritte come terre promesse dal loro Pillon o dai suoi finanziatori russi.

Poi riparte:

Ora, siamo tutti d'accordo che servano nuovi paletti e nuove regole per combattere l'omofobia violenta, anche se l'Italia possiede già delle norme che, se applicate, prevedono una pena in caso di aggressioni. Manca l'aggravante dell'omofobia e tutti i partiti sono concordi nel voler trovare una quadra in questa direzione che, evidentemente, non è stata il ddl Zan. Il Senato ha bocciato il disegno di legge presentato da Alessandro Zan facendo ricorso a uno strumento legittimo, messo a disposizione dal sistema governativo italiano. Per altro, se il ddl Zan non è passato col voto segreto, numeri alla mano, è anche perché ci sono stati dei franchi tiratori all'interno del Partito democratico che, più di tutti, ha sempre sostenuto la sua approvazione. Quindi, evidentemente, c'era qualcosa che si sarebbe potuto fare per migliorare la legge ma la cocciutaggine del segretario dem l'ha portata a schiantarsi.

Ma questa signorina è una candidata di Forza Nuova o una giornalista? Perché il suo presentare come dati di fatto teorie folli pare quanto di meno etico e professionale si sia mai visto. Sarebbe questo il "contesto della loro accusa" che diceva mancasse nel suo sottotitolo? E davvero vuole giurare sulla sua tessera da pubblicista che Pillon inviasse in Senato gente che voleva "curare" i gay perché interessato a combattere l'omofobia?
L'Ordine dei Giornalisti della Lombardia che dice di una loro iscritta che propina come un dato di fatto che basterebbe punite chi uccide i gay perché lei ha stabilito che non serva prevenire quei crimini? Con quale diritto la signora Galici ha deciso che insulti e discriminazioni debbano rimanere impunite perché lei ha stabilito che i gay debbano accontentarsi di non essere uccisi e vadano costretto a tacere dinnanzi a chi li insulta, li discrimina o cerca di danneggiare le loro vite?
E vogliamo parlare di come ometta di citare le ingerenze della Cei o il volere di un popolo che chiedeva quella legge? Ma, soprattutto, con che diritto insulta i Maneskin starnazzando che a lei non sta bene si possano esprimere opinioni sull'operato dell'élite populista? Siamo forse già in regime?
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