Mirko De Carli si è messo a molestare un altro adolescente trans, con attacchi ormai nominali contro i singoli minorenni


Dopo aver trascorso settimane a molestare una ragazzina 15enne che lui esige dia identificata come maschio dai controllori dell'autobus, Mirko De Carli si è avventato contro un altro minorenne.
Questa volta la vittima dall'esponente del partitino omotransfobico di Mario Adinolfi è un ragazzo trans che lui esige venga discriminato dai suoi insegnanti in quanto transessuale e dunque ritenuto a lui non gradito.
Firmando un violentissimo attacco social contro la dignità del minore, il signor De Carli insulta gli studenti del liceo Ulisse Dini di Pisa che stanno manifestando in solidarietà al compagno a cui è stato negato l'accesso ad una carriera alias.

Parlando al femminile di un ragazzo trans al solo fine di mostrare che lui non ha alcun rispetto e si diverte a molestare i ragazzini insegnando agli intolleranti come si fa bullisimo, scrive:

A Pisa i ragazzi dell’Istituto Ulisse Dini si mobilitano da giorni per consentire a una loro compagna di scuola di potersi far chiamare Geremia anziché Giulia: il motivo è semplice e riguarda la scelta della ragazza di vestirsi da uomo sentendo adeguata per sé la scelta di vita transessuale.

Non pare un caso che De Carli scrive ripetutamente la parola "scelta" in modo da invitare i suoi proseliti a ritenere che quella realtà sia criticabile. Peccato che una persona sia trans per sua natura e non scelga proprio un bel nulla, anche se De Carli tenta di far credere il contrario ad un pubblico selezionato per la sua intolleranza.

Inizia così a sire che lui impedirà che le persone trans possano ottenere rispetto:

Per questo è in corso una vera e propria occupazione affinché il dirigente scolastico consenta l’utilizzo del così detto nome d’elezione anziché quello ufficialmente registrato all’anagrafe comunale. Ricordate la vicenda dell’abbonamento dell’autobus dedicato alle persone lgbtq? Stessa vicenda riproposta in contesti diversi: dopo il naufragio parlamentare del ddlZan si tenta di introdurre il concetto di identità di genere nei vari ambiti della vita della pubblica amministrazione attraverso azioni di sensibilizzazione subdole dell’opinione pubblica.

Altra bugia. Il ddl Zan non avrebbe introdotto proprio un bel nulla, dato che il principio di identità di genere è già stato introdotto e riconosciuto dall'ordinamento grazie alle leggi europee e ad alcuni pronunciamenti della Consulta. ma dato che al peggio pare non esistere fine, il fondamentalista che incalza:

Le ragioni che più creano disorientamento riguardano la definitiva scomparsa del buon senso e di una vera e sana giustizia sociale: come posso consentire a una qualsiasi ragazza di cambiare nome a piacimento, adducendo a motivazione una presenta discriminazione (le cui ragioni facciamo davvero fatica a rintracciare), mentre tutti gli altri ragazzi (i veri discriminati) sono chiamati a rispettare la legge che prevede l’utilizzo del nome con cui siamo riconosciuti nel documenti d’identità? Non è forse una discriminazione al contrario?

Siamo davanti a ragionamenti imbarazzanti. Davvero sostiene che un maschio dovrebbe avere problemi ad avere un nome maschile e si dovrebbe sentire discriminato nel none essere chiamati Mika De Carla? E davvero dice che la discriminazione contro le persone trans sarebbe solo "presunta" mentre lui si rifiuta persino di chiamarle con il genere corretto?

Iniziano così gli insulti agli studenti, accusati di non essere omofobi quanto lo è lui e quella sua Sara Reho che non perde occasione per insultare le donne trans:

Quello che poi più ci sconcerta sono le motivazioni di fondo che stanno portando i ragazzi a mobilitarsi (occupando l’istituto) e il dirigente scolastico ad avviarsi ad adottare un provvedimento per adeguare le procedure scolastiche alle richieste di Giulia (che vuole essere chiamata Geremia): “vogliamo che possa sentirsi a suo agio con la scelta fatta” dichiarano gli alunni, “abbiamo in programma di studiare la carriera alias attraverso il nostro referente del progetto sugli stereotipi di genere” afferma il dirigente scolastico.
Il vero problema non è solamente l’irrazionalità di quello che stanno mettendo in atto, alunni e dirigenza scolastica, ma che non sanno realmente quello che stanno facendo: sarei curioso davvero di affrontare la questione in punta di legge e ascoltare attentamente le risposte fornite. Perché si tratta di una questione di giustizia sociale e non di principio: quale discriminazione si realizza nel chiamare una persona col proprio nome? Oggi, in Italia, il sesso (maschile e femminile) è collegato al registro dell’anagrafe comunale e al documento d’identità rilasciato dal Comune di residenza: questa è la legge, non un parere politico di parte. Questa impostazione normativa fa riferimento al riconoscimento di un principio di diritto naturale (che viene prima del così detto diritto positivo) che riconosce due sessi legati al dato sessuale “di nascita della persona”: per cambiare questo dato occorre seguire una procedura legislativa chiara e puntuale di cambio di sesso (reale e non immaginifico) regolamentata dallo Stato italiano. Il resto sono chiacchiere ideologiche pericolose e dannose.

Anche qui siamo davanti ad affermazioni che paiono folli. Il signorino diche che sarebbe per "giustizia sociale" che lui pretende di aver ogni diritto mentre chiede che gli altri siano sistematicamente discriminati sulla base di come a lui non stia bene la loro esistenza e lui paia provare piacere nel sapere che le lungaggini burocratiche danneggeranno anni di vita alle sue giovanissime vittime
In particolare, è agghiacciante chieda che le persone trans siano castrate se vogliono avere dignità. Forse solo i nazisti arrivavano a chiedere simili torture sulle loro vittime.

Promette che grazie al suo Salvini e al suo Pillon, in Italia le persone trans saranno discriminate e dovranno andarsene in esilio se non vorranno subire le sue molestie:

Un suggerimento a chi vuole fomentare l’opinione pubblica per cambiare le legge attraverso sentenze o atti amministrativi: troverete sempre un’argine popolare che, nel Paese e in Parlamento, vi boccerà ogni iniziativa legata all’introduzione dell’identità di genere nel nostro paese.
Un consiglio a Giulia: non farti usare dalla campagna arcobaleno, vivi la tua vita, fai le tue scelte consapevolmente e chiedi rispetto vero per la tua vicenda senza avanzare rivendicazioni ideologiche che non ti danno niente di più rispetto a quello che cerchi nel cammino della tua gioventù.

Se il ragazzo si chiama Geremia e non certo Giulia come lui lo etichetta per mancargli di rispetto, da vomito è come De Carli si azzardi pure a parlargli per dargli "consigli" ideologici che servono solo a negare la natura umana. E non va meglio quando minaccia la preside e insulta i compagni che non campano sulla discriminazione come fa lui:

Un appello al dirigente scolastico: rispetti la legge, non adotti atti procedurali illeggitimi e sospenda l’occupazione dei suoi studenti.
Un messaggio agli studenti in occupazione: anche io ho protestato per i dritti da studente negati ma mobilitarsi per introdurre l’identità di genere significa che vi fate mettere l’anello al naso dai potenti abbandonando la possibilità di andare controcorrente veramente chiedendo rispetto per Giulia e per tutti voi attraverso l’applicazione della legge e non la liquefazione definitiva dello stato di diritto.

Aizzati alla discriminazione dal loro Mirko De Carli, è tra i commenti che i discepoli di Adinolfi iniziano ad accusare il giovane di possessioni demoniache:



Siamo dinnanzi deriva ideologica in stile suprematista che insulta Dio pur di abusare della religione a fini di discriminazione. Ed un adulto che si mette a starnazzare che un minorenne sarebbe "demoniaco" è sintomo di un degrado tangibile.
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