Proseguono le molestie di Mirko De Carli contro il liceale trans di Pisa


Mirko De Carli, in qualità di esponente del partito omofobo di Mario Adinolfi, è tornato a molestare il ragazzo trans del liceo Ulisse Pini di Pisa. Partendo dal presupposto che lui vuole si neghi l'esistenza alle persone trans, ordina che il giovane sia reso vittima di discriminazione perché lui non accetta abbia rispetto:



La risposta pare evidente: Geremia non è una ragazza e quindi va chiamato col suo nome anche se De Carli pare ossessionato dalla vagina di un minorenne quasi non capisse più nulla quando fantastica su sesso e minorenni.
E se De Carli avesse ascoltato i comizi del suo capo a Radio Maria, avrebbe sentito parlare di un certo John Money che spinse al suicidio un ragazzo a cui era stata negata la sua identità. Naturalmente Adinolfi ne traeva conclusioni surreali riconducendo l'intero tema ai genitali presenti alla nascita, ma pare abbastanza evidente che De Carli promuova atteggiamenti e violenze che potrebbero anche uccidere dei minorenni.

Andato pure in radio a inveire contro lo studente che lui vuole sia discriminato, è stato capace di spingersi nel dichiarare:


Da vomito è come De Carli premetta che lui è contro la dignità degli studenti trans sostenendo che sarebbero contrari alla "convivenza civile" in quanto a loro dà fastidio che non siano umiliati se non si fanno castrare sulla base di leggi vecchie di trent'anni.
Immancabile è il populismo di chi dice che accettare l'identità di genere significherebbe "svegliarsi la mattina" e decidere di cambiare sesso come si cambiano i calzini, sostenendo che si toglierebbe "riconoscibilità giuridica" a chi non si è fatto castrare. Dice anche che le perso ne trans andrebbero opposti agli eterosessuali che «hanno i documenti regolari e rispettano la legge» in quel suo far finta di non capire che un conto sono i documenti, un altro è il nome usato dai professori in calasse.
Dice che un ragazzo che chiede dignità sia «una menata» che lui attribuisce al ddl Zan nonostante il concetto di identità di genere sia stato introdotto da anni nella nostra giurisprudenza, evidentemente cercando di fare propaganda sulla pelle dei ragazzini confidando nell'ignoranza del suo elettorato.

Rasentando il ridicolo, arriva a dire:

Il nostro problema è molto chiaro: c'è una legge dello stato. Esiste una identità maschile e femminile e noi abbiamo un documento di identità per cui, quando nasci, i tuoi genitori ti danno un nome. Se maschio ti danno un nome da maschio, se femmina ti danno un nome da femmina. Se io comunico a dire che io faccio quel cazzo che mi pare, io domani mattina vado a scuola e dico che domani mattina non voglio più compiti in classe.

per tutta l'intervista, De Carli ha sempre parlato di Geremia nei termini di «una ragazzina» mentre dice che la sua identità deriverebbe da «situazioni familiari» in un chiaro tentativo di appellarsi alle screditate teorie di Nicolosi.
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