Australia, il primo ministro dispenserà i "cristiani" dal rispetto delle leggi contro la discriminazione


Se il senatore leghista Simone Pillon o il plurisposato Mario Adinolfi amano diffamare Dio giurano che sia lui a volere quelle discriminazioni che tanto li eccitano, anche in Australia sarà il povero Gesù Cristo ad essere usato come legittimazione al male.
L'idea è del primo ministro australiano Scott Morrison, notoriamente omofobo, il quale si è spremuto le menti nel carcere di trovare un qualche modo che gli permettesse di annullare gli effetti della legge anti-discriminazione approvata nel 2013. Alla fine si è inventato il "Religious Discrimination Bill".
Lo scopo è quello di sostenere che i discriminatori si sentano discriminati dalle leggi che impediscono di poter impunemente danneggiare la vita altrui, motivo per cui si potrà delinquere se si sosterrà di farlo sulla base delle proprie credenze religiose. In particolare, chiese, scuole e anche luoghi di lavoro che procurano profitti ad organizzazioni religiose potranno ignorare e scavalcare le leggi anti-discriminazione semplicemente perché nominano il nome di Dio invano.
Il ministro, ovviamente, preferisce raccontare che i poveri omofobi si sentirebbero discriminati nel loro odio e che «le persone non dovrebbero essere cancellate o perseguitate o diffamate perché le loro convinzioni sono diverse da quelle di qualcun altro». Insomma, la solita solfa per cui tutto sarebbe lecito, magari arrivando un giorno a dire che anche la pedofilia andrebbe tutelata per non discriminare i preti pedofili...
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