La dottoressa no-vax di Belpietro sostiene che i satanici vaccini rendano mortali tutti i virus


Silvana De Mari è la dottoressa no-vax che è stata arruolata da Maurizio Belpietro come ricompensa alla sua prima condanna per diffamazione contro i gay. Da mesi impegnata a fomentare allarmismi e teorie pseudoscientifiche contro i vaccini, se n'è uscita sostenendo che «i vaccinati rischiano di essere immunodepressi» e che l'agenzia per la sicurezza sanitaria britannica avrebbe ipotizzato che, dopo la doppia dose di vaccino, la capacità di resistere a tutti i virus sarebbe «compromessa»:



Ovviamente il giornaletto di propaganda populista di Belpietro risulta l'unica "fonte" della dichiarazione, la quale non trova manco riscontro nel testo. E pare davvero difficile dare credito ad una signora che persino Libero trova imbarazzante:



Di lei, Libero scrive:

De Mari, regina del complottismo no-vax, no-pass, no-mask e no-moltissime altre-cose, il pericolo rasenta la guerra di religione con spolverature millenaristiche. La signora in questione è un chirurgo specializzato in psicologia cognitiva molto popolare nell’universo psicopatologico di chi crede che dietro la genesi del Sars-CoV-2 e la profilassi globale contro il Covid si nascondano per lo più interessi finanziari, regie occulte e addirittura lo zampino del diavolo.
L’Ordine dei medici di Torino l’ha da poco sospesa assieme ad altri 94 colleghi, vietandole di “svolgere prestazioni o mansioni che implicano contatti interpersonali o comportano, in qualsiasi altra forma, il rischio di diffusione del contagio Sars-Cov-2”. Fra le sue ultime intemerate, al netto della prosa che dispensa con regolarità sulla stampa nazionale, si annovera un comizio in piazza di fine ottobre nel quale descrive la vaccinazione – e il Green pass che ne consegue – come uno “stupro farmacologico… qualcosa di satanico”. A seguire, l’ostensione di un rosario dai colori rosso e azzurro, “i colori delle confraternite dei captivi… coloro che venivano catturati dai saraceni… catturati come noi… come noi a milioni…”. L’arringa si chiude con l’invito a una nuova battaglia di Lepanto per riscattarsi dalla schiavitù, e non è difficile indovinare che nei panni dell’invasore ottomano la dottoressa De Mari scorga le fattezze dei governi occidentali, di “Big Pharma” (lo dice lei stessa del resto) e di qualche oscura confraternita rivale devota alle tenebre.
Qualche indizio? Nel 2017 la De Mari offrì le proprie fantasticherie ai microfoni radiofonici della Zanzara per anatemizzare il sesso anale, sia omo sia eterosessuale, avvertendoci che “è un gesto sempre fatto nelle iniziazioni sataniche… non sono quattro sfessati, ma è presente anche ai piani alti… ne ha fatto uno anche Angelina Jolie”. E questo era il punto d’arrivo di un ragionamento basato sulla radicale convinzione che “in realtà l’omosessualità non esiste” se non come malattia da lei curata “per quarant’anni”, una “condizione drammatica per l’ano” sulla quale naturalmente si dispiega dall’alto “una censura incredibile… nessuno ne parla”.

E se lo dice persino Libero...
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