L'emendamento Pillon alla legge di bilancio che vieta la trascrizione di atti di nascita con due genitori dello stesso sesso


È nella legge di bilancio che il senatore leghista Simone Pillon ha cercato di infilare alcuni emendamenti che mirano a dare seguito all'agenda delle lobby integraliste a lui vicine contro la gestazione per altri.
Ad esempio, il leghista ha scritto un articolo 120-bis dal titolo “Disposizioni contro il turismo riproduttivo” in cui chiede che i divieti e le sanzioni previste dalla legge per la procreazione medicalmente assistita siano inseriti dentro il Codice penale e che l’utilizzo a fini procreativi di gameti di soggetti estranei alla coppia richiedente sia accumunata alle norme che vietano la sperimentazione sugli embrioni.
Puntando sulla legge 40 del 2004 creata dalle lobby che lo finanziano, il leghista chiede anche di aumentare a dismisura le pene detentive per chi fa figli senza ingravidare una donna, sancendo che «chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro».
Inoltre chiede che i figli nati mediante GpA siano rese orfani d'ufficio, sancendo che l’ufficiale di stato civile non possa iscrivere o trascrivere atti di nasciti «riportanti quali genitori del minore due persone dello stesso sesso ovvero più di due persone, anche se di sesso diverso». A tal proposito, chiede lo stanziamento di 2 milioni per consentire agli uffici dell’anagrafe di verificare la conformità delle richieste di trascrizione. Non spiega se i bambini che proverà dai loro genitori saranno soppressi o se li spedirà in un orfanotrofio.
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