Adinolfi insiste nel chiedere che i no-vax siano messi nella condizione di ucciderci


Il no-vax Mario Adinolfi non ha provato vergogna quando si faceva applaudire da un prete pedofilo al suo comizio sulla supremazia della famiglia eterosessuale organizzato dalla Lega, non si è preoccupato dell'angoscia suscitata nei bambini che hanno subito violenze dopo che lui si e fatto promotore di insensate "teorie riparative" dell'omosessualità e teorizza che i malati terminali vadano torturati contro la loro volontà perché lui esige siano obbligati a subire trattamentisanitari. Poi, però, dice che dovrebbe vergognarsi chi contesta il suo sostenere che decine si milioni di famiglie debbano subire l'angoscia di rischiare di diver morire se vogliono lavorare, dato che lui ordina che si imponga loro la presenza sul posto di lavoro e nei bar di chi ha scelto di non vaccinarsi e di essere un mezzo di diffusione del virus.
A detta sua, il profitto economico dei menefreghisti varrebbe più della vita e, dunque, le persone oneste dovrebbero lasciarsi contagiare da quei no-vax che lui spera possano votarlo:



Spiegando che lui non ritiene che ci si debba assumere la responsabilità delle proprie azioni, dice che il negazionista dovrebbe imporsi con la forza contro chi ha fatto il proprio dovere ed ha impedito che i loro figli morissero. Dice anche che a lui, fiero discriminatori dei gay, non sta bene che si "discriminino" i fascisti chiedendo che non siano messi nelle condizioni di uccidere chi vorrebbe vivere. E se i gay non hanno scelto di essere gay, i no-vax hanno deliberatamente scelto di non vaccinarsi.
Chi chiedeva campi di concentramento per i gay non può ora frignare che lui non possa andare al bar ad uccidere dei non consenzienti.

Il suo Mirko De Carli aggiunge poi che il partito di Adinolfi ha deciso di essere no-vax solo perché il loro presidente non si è vaccinato e loro pensano si debba compiacere ogni sua pretesa:



Insomma, dietro a tutto ci sarebbe solo il loro infinito egoismo.
1 commento