La Chiesa Cattolica polacca sostiene che un bambino gay goda nell'essere violentato


La diocesi di Bielsko-Żywiec, nel sud della Polonia, ha tentato di sostenere in tribunale che l'abuso sessuale di un ragazzino di dodici anni da parte di un prete pedofilo avrebbe portato "soddisfazione" alla vittima nel caso fosse stata gay.
Il caso riguardava la denuncia sporta dal 48enne Janusz Szymik, il quale sosteneva di essere stato violentato più volte da un prete all'età di dodici anni. Il prete in questione è stato dichiarato colpevole dal Vaticano nel 2015. Szymik ha poi intentato una causa civile contro la Chiesa cattolica, chiedendo un risarcimento di tre milioni di zloty (660.000 euro).
La chiesa ha reagito pretendendo che il tribunale determinasse se la vittoma fosse gay e se avesse quindi provato "soddisfazione sessuale" dall'abuso. La diocesi ha anche ipotizzato che il 12enne abbia probabilmente partecipato "volontariamente" agli atti sessuali.
Il querelante ha espresso sorpresa per la strategia del vescovo Roman Pindel: «Prima, aveva espresso dolore e rammarico e mi ha chiesto perdono, ora vuole dimostrare che sono omosessuale».
La Chiesa cattolica polacca è una delle chiese più omofobe d'Europa. Nel 2020, la Conferenza Episcopale Nazionale dichiarato che l'omosessualità vada ritenuta "dannosa" e che gay e lesbiche dovrebbero essere "curati".
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