Napoli, le infezioni da Covid portano alla chiusura dei reparti dedicati ai sieropositivi


Mario Adinolfi è solito sostenere che si dovrebbe vietare ogni autodeterminazione ai malati terminali in quanto lui esige siano obbligati con la forza a subire cure contro la loro volontà, ma poi tenta di sostenere anche che essere no-vax sarebbe una lecita autodeterminazione che deve garantire il diritto di infettare gli altri o di lasciarmi morire rifiutando le cure che non piacciono ai fascisti.
E se è difficile commuoversi quando un no-vax che rifiuta l'ossigeno finisce con il morire, i danni sociali dei negazionisti vanno oltre il loro autolesionismo. Ad esempio, a Napoli l'aumento di ricoveri per SARS COV 2 ha portato alla riconversione dei reparti di malattie infettive. La denuncia è di Arcygay Napoli e Nps (Network persone sieropositive), i quali denunciano il trasferimento dei pazienti ricoverati e il blocco dei ricoveri non covid in quei reparti, ossia chi è affetto da patologie infettive che richiedono assistenza specialistica infettivologica, come l’infezione da HIV e da patologie AIDS correlate, come tubercolosi, sepsi e meningiti
«Le notizie che sto raccogliendo dal Cotugno e dal vicino Policlinico hanno del surreale -spiega Antonello Sannino, segretario di Arcigay- pazienti nascosti nelle corsie e con alcuni in Aids conclamato rispediti a casa senza nessuno che possa seguirli. In tutta la Campania non c’è un posto disponibile per loro. Ripeto, questo è un atto criminale, fuori legge e incostituzionale. E se le istituzioni non si adoperano per risolvere in tempi brevi una tragedia annunciata e, in parte già consumata, siamo pronti a qualsiasi forma di lotta civile».
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