Adinolfi e la bufala del professore che si è bruciato vivo pur di non vaccinarsi


Ha ragione Adinolfi: ricorderemo tutto. Se mai abbiamo dimenticato la ferocia dei suoi efferati e violentissimi attacchi alle famiglie gay, il suo contributo al perpetrarsi dei crimini d'odio, la sua guerriglia ai diritti delle donne e il suo sanissimo verso i malati terminali, non dimenticheremo neppure il suo collaborazionismo con le frange no-vax.
Oggi si è inventato che ci sarebbero milioni di potenziali elettori no-vax da incitare all'irresponsabilità per profitto, teorizzando che chi prende la pensione minima dovrebbe essere dispensato dal rispetto della legge. E fa un po' ridere piagnucoli per quei 100 euro che appaiono come una multa irrisoria per chi cerca di far ammaltare gli altri, tenta pure di tirare in ballo il festival di Sanremo per cavalcare il tema del giorno:



Non va meglio con il suo lanciarsi sull'ennesimo cadavere che ha cercato di usare per il suo profitto personale, scrivendo:



Adinolfi non si domanda perché non si sia vaccinato, come parrebbe sostenere che sia meglio il suicidio che la responsabilità civile. Ovviamente si inventa che sarebbe colpa è dello Stato, in un delirio che lo dovrebbe potare a sostenere che sia giusto poter guidare senza patente perché a lui non sta bene serva obbligatoriamente per guidare un’automobile.
Fatto sta che Adinolfi tenta di sostenere che avrebbero ragione i fascisti a dire che i media sarebbe "di regime" perché dicono la verità al posto di diffondere le balle. Infatti la sua "notizia" è una bufala, dato che il professore aveva il super-greenpass:



Ma dare falsa testimonianza non è peccato per quel tizio dalle due mogli che si professa detentore dell'"etica cristiana"? Pare infatti ignobile il suo anticristano tentativo di sciacallare un dramma, sopratutto quando si tratta di una notizia falsa.
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