Il 10% dei giovani lgbt è vittima delle cosiddette “terapie riparative” dell'omosessualità


Il 10% dei giovani lgbt è vittima delle cosiddette “terapie di conversione” dell’orientamento sessuale, ossia pratiche disumane e violente “con basi scientifiche inesistenti, pericolose e dannose per chi le subisce". A lanciare l’allarme è Società Italiana di Andrologia.
Nei giorni scorsi, la Francia ha approvato una legge che le vieta tale barbarie, prevedendo pene detentive sino ai 3 anni di carcere. In Italia, invece, non esiste una legge che le proibiscae alcuni promotori di quelle torture sono stati pure invitati in senato da Pillon a parlare contro la legge per il contrasto ai reati d'odio. Riccardo Cascioli le ha promosse in scuole cattoliche, Mario Adinolfi se n'è fatto promotore ai suoi comizi e Silvana De Mari ha ripetutamente cercato di convincere i genitori omofobi che possono imporre l'eterosessualità ai loro figli.
La Società Italiana di Andrologia spiega come il fenomeno è in larga parte sommerso, ma si può stimare che almeno un giovane su dieci sia sottoposto a qualche tentativo di riorientamento sessuale.
«Queste pratiche, che siano più o meno invasive, producono tutte ingenti danni psicologici e fisici alle persone che ne sono vittime. Si tratta di trattamenti eticamente inaccettabili, privi di qualsiasi fondamento scientifico, che la Sia condanna in ogni loro forma come violenze psicologiche e fisiche», affermano in una nota Marco Capece, chirurgo andrologo del Policlinico Federico II di Napoli e Michele Rizzo, tesoriere della Società Italiana di Andrologia.

Foto credit: Depositphotos
Commenti