Il partito di Adinolfi: «I luoghi di sofferenza vanno tutelati da chi vorrebbe far sparire il dolore»


Mirko De Carli teorizza che il cittadino non deve poter disporre della sua vita, a meno che non sia un no-vax che pretende di potersene andare nei bar a contagiare gli altri. Ed è così che si inventa che gli spizzi sarebbero luoghi di "carità cristiana" perché luoghi in cui provare "dolore" e "sofferenza", tritando in ballo l'eutanasia. E se non si capisce perché mai il signorino si ostini nel giurare che la libertà di scelta die malati dovrebbe applicarsi a qualunque patologia, più chiaro è come ribadisca che a lui non sta bene che le persone possano decidere per la loro vita.
Forse confondendo i "custodi" con i "carcerieri" dato che l'agonia non pare un valore da tutelate, è dalla sua pagina di propaganda che scrive:



Al solito tira fuori sua nonna, dicendo che lui ha deciso cosa lei doveva subire. Peccato che il voler parlare di eutanasia dovrebbe contemplare e il volere del malato e non quello dei suoi parenti, dato he è molto chiaro a tutti che la decisione spetta solo al diretto interessato.
Il fatto che lui dica che lui ha deciso che sua nonna doveva essere tenuta in vita il più a lungo possibile in casa non spiega perché dica che alle altre persone andrebbe negato il diritto di scelta o perché altre nonnine debbano soffrire atroci sofferenze in un ospizio qualora avessero espresso una volontà diversa dalla sua:



Arriva così a dire che Papa Francesco avrebbe deciso che il malato non deve poter decidere della propria vita e che faccia bene De Carli a volersi imporre sul solo corpo in quanto lui vede "speranza nella sofferenza" a nome della sua organizzazione:



Immancabile è il suo dire che esisterebbe un "pensiero dominante" diverso dal suo, ed è ciò che rende più violento il suo chiedere leggi che impongano la sua volontà minoritaria contro il volere della maggioranza, sottolineando che il corpo è tuo ma decide lui.
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