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La Corte di Giustizia europea respinge il ricorso di Polonia e Ungheria: giusto negare fondi a chi discrimina

La Corte di Giustizia europea ha respinto il ricorso presentato da Polonia e Ungheria contro il meccanismo che vincola i fondi europei al rispetto dello stato di diritto, violato dalle loro politiche su sistema giudiziario e su diritti delle donne e della comunità lgbt.
Gli esperti di stato di diritto, le principali organizzazioni internazionali per la difesa dei diritti umani e le autorità indipendenti dell’Unione Europea concordano sul fatto che Paesi come Ungheria e Polonia (ma anche Repubblica Ceca, Bulgaria e Romania) abbiano problemi enormi nel rispettare l’indipendenza della magistratura e dei tribunali, nel garantire la trasparenza riguardo alle misure prese dal governo e nel proteggere i diritti di minoranze e oppositori politici. La sentenza della Corte potrebbe consentire alla Commissione Europea di avviare le procedure per il blocco dei fondi nel giro di poche settimane.


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