8 marzo. Il pastore Carollo non capisce perché non ci sia una festa dell'uomo


Non è chiaro se il pastore Luigi Carollo sia sfottendo i suoi proseliti o se davvero si faccia promotore di un pensiero a dir poco incoerente. In occasione dell'8 marzo, si lamenta del sessimo di alcune parole asserendo che lui parlerebbe di "donna poliziotto", di "donna pilota" e via dicendo. Se, sinceramente, non sappiamo chi altri userebbe quei termini, è un po' strano che ad addentrarsi in quel discorso sia quello stesso personaggio che accusava la scuola di provocare la perversione dei bambini attraverso l'uso di asterischi che potessero superare quegli stereotipi.
Ed è surreale che a parlare di "eguaglianza" sia quel pastore che difendeva i crimini basati sulla discriminazione mentre pregava insieme al sentore Pillon perché in Italia potessero giungere quelle stessi leggi anti-gay che il suo amatissimo Orban ha importato dalla Russia di Putin:



Se non serve particolare intelligenza per capire che none esiste una festa dell'uomo perché l'uomo non subisce discriminazioni basate sul suo genere, il pastore dice di non comprenderne il motivo. Avesse chiesto a quel Mirko De Carli che invita a fare congressi nella sua chiesa, avrebbe saputo che Adinofli è uno di quei teorici che invoca la sottomissione della donna al maschio.

Ma forse il problema del sessismo non è l'unico tema che il pastore fatica a comprendere. Ad esempio, sostiene anche che sarebbe in atto un "lockdown delle utenze":



Non sappiamo cosa sia un "lockdown delle utenze", ma immaginiamo sia solo uno squallido tentativo di fare riferimenti alla pandemia per catturare l'attenzione degli elettori di estrema destra a cui lui si rivolge quando usa la sua chiesa per promuovere Giorgia Meloni alle elezioni. Ed anche qui pare che il signor Carollo non si accorga che è inutile chiedere che lo stato regali soldi a pioggia, dato che quei soldi arrivano dalle nostre tasse e dunque saremmo sempre noi a pagare i costi del gas che Putin vuole negarci.
Commenti