Giorgia Meloni scimmiotta Pillon nella sua feroce aggressione delle atlete trans
Ispirandosi alla propaganda della destra evangelica statunitense al pari di Pillon, anche Giorgia Meloni sta cercando facili consensi attraverso una legittimizzazione della discriminazione. Proponendo a pappagallo le teorie delle organizzazioni forzanoviste finanziate da Mosca, l'estremista ha iniziato a urlare che a lei non sta bene che una donna trans possa gareggiare nelle competizioni di uno stato stranieri dato che lei non crede che abbiano ragione gli esperti a dire che il cambio di sesso non l'abbiano avvantaggiata.
Senza specificare quale sarebbe la fonte delle sue proteste (sempre che l'intera polemica non si fondi unicamente sul suo pregiudizio), è dai suoi canali di propaganda che scrive:
Se fa rabbrividire la ferocia che le destre italiane riservano ad una nuotatrice 22enne che loro non vogliano possa vincere, alla destra italiana pare interessare poco che esistano regole specifiche, estremamente stringenti, che riguardano le atlete transessuali. Lia ha dovuto sottoporsi a terapia ormonale per un anno, prima di poter entrare nella squadra femminile, garantendo un livello totale di testosterone al di sotto di 5 nanomoli per litro per 12 mesi.
Il 95% delle donne trans ha un livello di testosterone inferiore a 2 nanomoli per litro, esattamente come una donna cisgender.
Ma per Pillon e per la meloni, basta irridere l'aspetto mascolino di una ragazza e si potrà incoraggiare l'elettorato incline al bullismo a provare odio e rabbia verso di lei. E così hanno fatto, incoraggiando gli intolleranti a sentirsi legittimati a molestare una ragazzina nel loro nome.