La Lega si faceva scrivere le mozioni dai russi


«Lo scorso novembre, durante la visita di Matteo a Mosca, il mio capo ha organizzato con lui un incontro privato, affittando una stanza allo stesso piano dell'Hotel Lotte per evitare che la stampa occidentale si accorgesse dell'incontro». È quanto scrive Mikhail Yakushev, cittadino russo, in un documento che si è inviato via e-mail il 18 giugno 2019. Yakushev è il direttore di Tsargrad, un'organizzazione in Russia che si descrive come un gruppo di aziende la cui missione è "la ricostruzione della grandezza dell'impero russo”.
Il “Matteo” citato era Matteo Salvini. È quanto riporta New Linessulla base dei documenti ottenuti dal Dossier Center, con sede a Londra, in collaborazione con il quotidiano estone Delfi, la rivista italiana l'Espresso, il quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung e l'emittente pubblica tedesca Westdeutscher Rundfunk.
Il capo di Yakushev è il presidente del gruppo di società Tsargrad, ossia Konstantin Malofeev. Il politico ed imprenditore russo che mandò i suoi uomini a presenziare l'elezione di Salvini a nuovo segretario della Lega.
Dopo lo scandalo di Gianluca Savoini, Yakushev ha espresso preoccupazione per il fatto che «la situazione fosse drasticamente peggiorata» e «ora non possiamo continuare ad avere contatti con Matteo». Savoini stava trattando milioni di euro di finanziamenti segreti alla Lega in vista delle elezioni parlamentari europee del 2019. Yakushev rilevava che Savoini era «sotto l'occhio vigile dei servizi di sicurezza locali [italiani]» e ipotizzava stratagemmi per mettersi in contatto con Salvini «in modo che possa assegnare una persona affidabile per contattarci, con la quale possiamo comunicare in Russia o ovunque in Europa».
Lo stesso documento descriveva un piano per organizzate nell'autunno del 2019 un convegno presso il Palazzo Konstantinovsky di San Pietroburgo. I leader della nuova fazione "Identità e Democrazia" del Parlamento europeo, che riunisce i partiti politici di estrema destra, sarebbero stati invitati a partecipare. L'evento non ha mai avuto luogo dopo che BuzzFeed pubblicò la registrazione dei negoziati di Savoini a Mosca, descrivendo esplicitamente i piani per acquisire finanziamenti russi illeciti alla Lega.

Tsargrad ha continuato a tenere contatti con i partiti di estrema destra, tentando di nascondere i legami tra alcuni politici europei e Aleksandr Dugin, il filosofo russo dell'Eurasianismo che vorrebbe istituire un nuovo fascismo.
Un piano elaborato nel marzo 2021 prevedeva la creazione di una rete nota come "Altintern", con sede a Mosca, destinata a reclutare stranieri per promuovere il bolscevismo e fomentare colpi di stato all'estero. Tra i candidati all'adesione c'erano i costituenti del movimento Democrazia e Identità, composto da membri della Lega e del Fronte Nazionale guidato da Marine Le Pen.
«Senza il nostro impegno attivo e il sostegno tangibile ai partiti conservatori europei, la loro popolarità e influenza in Europa continueranno a diminuire», affermava un documento interno creato da Yakushev e diffuso tra gli ufficiali di Tsargrad.
«Riteniamo che al momento ci sia ancora la possibilità di ripristinare i contatti per un lavoro sistematico con gli euroscettici per contrastare la politica sanzionatoria di Bruxelles -si legge nel testo di Tsargrad- Tuttavia, la ripresa del lavoro con loro richiede un livello di riservatezza fondamentalmente diverso in relazione al rafforzamento dell'opposizione all'influenza russa da parte dei servizi di intelligence occidentali».

I collegamenti tra Malofeev e l'estrema destra europea sono ben attestati e risalgono a anni fa. Noto per il suo disprezzo versoi i diritti lgbt e per i suoi legami ai gruppi cristiani americani anti-gay, Malofeev guida un arete che ha diffuso una retorica favore del Cremlino in tutto il panorama politico europeo, ottenendo aiuti nell'abolizione di leggi considerate contrarie agli interessi di Mosca.
Ad esempio, nel marzo 2015 l'eurodeputato lituano Gabrielius Landsbergis propose una mozione critica nei confronti della Russia. Claudio D'Amico, allora capo dell'ufficio estero della Lega, si affrettò a scrivere Alexey Komov, leader della sezione russa del World Congress of Families (WCF), che Salvini portò a Verona nel 2019. Il WCF è sponsorizzato da Malofeev e Vladimir Yakunin, ex capo delle ferrovie russe ed ex ufficiale del KGB.
«Vi preghiamo di inviarci al più presto i vostri emendamenti che prenderemo in considerazione di presentare», ha scritto D'Amico in una e-mail ottenuta dal Centro Dossier. «Ti invieremo i nostri consigli sugli emendamenti al testo al più presto», ha risposto Komov.
Lo scambio di email è stato inviato anche a Savoini. Poco dopo, tre eurodeputati leghisti (Lorenzo Fontana, Gianluca Buonanno e Mara Bizzotto) hanno definito la mozione "russofobica" e "suicida" prima di votare contro.
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