Il Giornale all'attacco del ddl Zan. Il loro vicedirettore dice che le sue priorità da maschio eterosessuale bianco sono altre


Dato che Il Giornale risulta impegnato da anni nella strenua promozione dell'omofobia, non stupisce il loro opporsi alle leggi di civiltà che tutelerebbero le loro vittime da pestaggi e discriminazioni. Ma pare davvero inqualificabile il loro tentativo di promuovere l'estrema destra dicendo che Salvini o la Meloni non di sognerebbero mai di punire chi delinque per odio:



Ricorrendo ad un becero populismo, il loro Francesco Maria Del Vigo scrive:

Provate a fare un esercizio: chiudete gli occhi e pensate a quali sono le cose importanti per il Paese, per le nostre vite. Per la politica. Be’, sicuramente la guerra in Ucraina, il pericolo che il conflitto cresca esponenzialmente fino a diventare mondiale, il terrore che la follia arrivi a lambire l’impensabile, cioè l’arsenale atomico.

Forse quelli sono i suoi pensieri da maschio eterosessuale bianco che ha uno spropositato stipendio da vicedirettore nel quotidiano di proprietà del testimone di nozze della figlia di Vladimir Putin. Ma se lui fosse uno di quegli adolescenti che subiscono violenze quotidiane, forse il suo pensiero andrebbe a quei bulli che a lui sta bene possano tormentare gli adolescenti gay.

Visto che il benaltrismo pare ormai la nuova religione die populisti, è dicendo che prima devono venire i suoi privilegi che il signor Francesco Maria Del Vigo incalza:

Ma la lista sarebbe più lunga, anzi potrebbe essere infinita, tanti sono i nodi da sciogliere che l’attualità ci offre. Però, tra sessanta milioni abbondanti di italiani, ci sono due persone che non hanno tutti questi grattacapi, non si arrovellano su sciocchezze pedestri come le guerre o l’economia che va a rotoli. E noi, lo diciamo senza alcuna traccia di ironia, li invidiamo: vorremmo essere esattamente come loro. Con quel «giusto» distacco dalla realtà che ti permette di vivere un’esistenza vagamente marziana. E di quei due (magari sono molti di più, ma non possiamo saperlo) sappiamo anche nome e cognome: Enrico Letta e Monica Cirinnà, rispettivamente leader del Partito democratico e senatrice del medesimo partito. Letta e Cirinnà, serafici, come se nulla fosse, come se non esistesse tutto il casino sopraccitato, hanno rilanciato per la milionesima volta il Ddl Zan. Fondamentale, no? Tipico della sinistra che passa ore a scrutarsi l’ombelico, senza cogliere nulla di quello che le orbita attorno.

Al solito, gli "articoli" della stampa populista preferiscono gli insulti alle argomentazioni, invitando il camerata medio a quell'egoismo che porta frutto ad un Salvini che ha ingrassato i suoi soldi esteri dicendo he prima verrebbero gli italiani.
Sostenendo che il volere della maggioranza del popolo dovrebbe essere messa in discussione perché l'organizzazione forzanovista Provita Onlus dice che a loro piace Orban, il signor Francesco Maria Del Vigo inizia a dire che i reati d'odio andrebbero ritenuti come una fantomatica "libertà di espressione" da garantire ai neofascisti:

Disegno di legge, per altro, divisivissimo, accusato da più parti di limitare la libertà di espressione con la scusa di perseguire reati (quelli discriminatori) che nella nostra Costituzione e nelle nostre leggi sono già ampiamente (e giustamente) perseguiti.

Peccato lo dica dopo che all'aggressore omofobo di Roma non siano state riconosciute le aggravanti per futili motivi, dimostrando che non esistono le fantomatiche leggi che lui giura esisterebbero già. E se davvero esistessero, non si capirebbe perché mai lui dovrebbe farsi pagare per cercare di affossare ciò che dovrebbe prevedere un qualcosa che lui giura sia già previsto. Ed è confondendo la tagliola di Pillon con un affossamento che il vicedirettore incalza:

Così il ddl Zan a più di sei mesi dal suo affossamento in Senato, ora torna in pista. Non sappiamo che fine farà la legge questa volta, sappiamo solo che i democratici sono più fuori dal mondo degli astronauti della stazione spaziale che ha appena accolto AstroSamantha. E i sondaggi, infatti, non perdonano.

Insomma, lui dice che sarebbe fesso chi non fa il male per trarne profitto. E dato che è facile cercare consensi promettendo guadagni a chi discrimina, lui dice tutto tronfio che le destre sono furbe ad ingannare gli italiani con la complicità di giornali dalla subbia morale.
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