Pillon attacca la giornata contro l'omofobia e invita a segnalare a Forza Nuova i docenti che parleranno di rispetto


Il senatore leghista Simone Pillon si dice infuriato come un cinghiale perché i suoi sotterfugi in difesa dei delinquenti che si macchiano di reati d'odio non ha portato all'introduzione di quelle leggi anti-gay con cui il suo amato Putin ha trasformato i giovani russi in assassini inclini alla pedofilia.
Con i suoi soliti toni arroganti, inizia a raccontare che la Lega ritiene "illegale" ogni educazione al rispetto, sostenendo che un genitore omofobo dovrebbe poter indottrinare i figli all'odio sulla base dei propri desideri. Purtroppo non specifica se nella sua idea di "libertà educativa" debbano rientrare anche quei genitori pedofili che vorrebbero poter insegnare ai propri figli che devono subire violenze, anche se la sua logica ideologica richinerebbe di spalancare le porte a richieste come quella dato che una volta sancito che un genitore può calpestare i principi costituzionali se animato da cattive intenzioni, sarebbe poi difficile porre argine a quel declino etico e valoriale.
L'unico punto su cui il senatore leghista è chiaro è quello in cui invita gli omofobi a segnalare alle organizzazioni forzanoviste finanziate da Mosca ogni forma di tolleranza a lui sgradita.



Il suo sostenere che qualcuno dovrebbe "spiegare" ai ragazzi cosa facciano i gay è un suo evergreen, parte integrante di quei comizi di istigazione alla discriminazione per cui il senatore è stato rinviato a giudizio. A questo punto, però, dovrebbe pretendere anche un divieto a parlare di mamma e papà, oppure la sua logica dovrebbe portarlo a sostenere che a scuola dovrebbe spiegare ai bambini che cosa facciano i loro genitori nel lettone di casa. Ma forse Pillon crede che ridurre i gay al mero sesso possa incitare i suoi proseliti alla discriminazione, peraltro fingendo di non aver capito che il ddl Zan mirava alla prevenzione dell'odio e che non è quel testo ad aver introdotto una giornata contro l'omofobia riconosciuta dall'Unione europea e dalle Nazioni Unite sin dal 2004.
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