Pillon: «Basta lagna arcobaleno. Amerigo Vespucci celebri Dio, patria e famiglia»
Il senatore leghista Simone Pillon continua a spacciare la sua ideologia no-choise per un qualcosa di pro-life, sostenendo che la vita non si tuteli con leggi contro i crimini d'odio ma solo attraverso norme che obblighino le donne a fare quello che lui le ordina di fare. E se già ieri ha spiegato che lui le vorrebbe leggi integraliste che obblighino le donne a partorire anche in caso di stupro o di gravissime malformazioni del feti che destinino i bambini a morire dopo atroci agonie, oggi tenta di opporre i suoi desideri liberticidi in stile talebano agli odiatissimi gay.
Tutto parte dal suo dirsi furioso perché in un liceo verrà rimosso un orribile murales che offende le scelte delle donne. Ed è senza reali correlazioni che si affretta ad accomunare aborti e gay, sostenendo che l'osceno murales verrà «sostituito con un messaggio tratto dalla lagna arcobaleno».
Evidentemente il leghista reputa «lagna» la condanna di quello zio omofobo che ha fratturato quattro costole al nipote 26enne perché gay, oppure non gradisce quella Giornata contro l'Omofobia che combatte il pregiudizio da lui difeso. Fatto sta che Pillon scrive:
E dopo la solita lagna su come lui cosideri «lagna arcobaleno» il contrasto all'odio, giura che lo stato debba fregarsene del principio di laicità e assicura che l'Amerigo Vespucci celebrerebbe i principi fascisti di «Dio, patra e famiglia»:
Insomma, lui la pensa come quel suo Putin che fa inchinare le sue truppe davanti alle icone sacre prima di mandarle a stuprare bambine minorenni. Ma, soprattutto, schiuma di rabbia davanti a chi non è omofobo quanto i gruppi fascisti che lo invitano ai loro festini.