AllOut lancia una petizione per chiedere le dimissioni della Donazzan dopo la morte di Cloe Bianco


A seguito della morte di Cloe Bianco, ossia della docente di fisica che venne allontana dall'insegnamento perché transgender. Le dissero che non poteva più insegnare, l’hanno costretta a lavorare in segreteria e non più in classe, i genitori di alcuni studenti l’hanno trattata come se fosse un fenomeno da baraccone. Tutto ciò con la sua morte non si è fermato.
Molti giornali hanno dato prova di non saper raccontare con parole rispettose neanche la morte di una persona trans, rifiutandosi ostinatamente di capire che il nome di Cloe e il suo aspetto non erano né un capriccio né un gioco.

In particolare, l'associazione AllOut osserva:

C'è una persona che qualche anno fa ha contribuito, da una posizione di enorme potere istituzionale e politico, ad aggiungere un peso ulteriore alle discriminazioni scaricate su Cloe Bianco: l'Assessora all'Istruzione e alle Pari Opportunità della Regione Veneto, Elena Donazzan. Proprio lei, nel 2015, fu una delle prime rappresentanti istituzionali a scagliarsi contro Cloe e contro il suo ruolo di docente, anche sui social.
L’Assessora non ha cambiato idea. Ai microfoni di Radio24, in una recente puntata del programma 24 Mattino, l’Assessora non ha chiesto scusa per le parole usate nel 2015 e anzi ha continuato a chiamare Cloe Bianco al maschile, rifiutandosi di riconoscere la sua identità e la sua vita. Ha detto che non poteva andare in classe con parrucca e minigonna, dimostrando di non voler rispettare minimamente l’esistenza delle persone trans.

Da qui parte una chiara richiesta:

Chiediamo le dimissioni di Elena Donazzan perché è manifestamente inadatta a ricoprire il ruolo tanto di Assessora all'Istruzione quanto di Assessora alle Pari Opportunità. Chi ha ruoli istituzionali così importanti non dovrebbe utilizzare la propria voce per discriminare né per rilanciare messaggi di odio e di esclusione sociale nei confronti del prossimo, in questo caso nei confronti di una persona trans. Non sta a noi attribuire eventuali responsabilità giudiziarie, il tema è esclusivamente politico: l’Assessora dimostra di non aver capito l’importanza e la delicatezza del proprio ruolo, né di aver capito come utilizzare adeguatamente il potere della propria voce come rappresentante delle istituzioni e dunque di tutti i cittadini e le cittadine che vivono nella Regione Veneto, anche delle persone LGBTQI+.

A sostegno della richiesta, AllOut ha lanciato una petizione online che è possibile firmare cliccando qui.
Commenti