Attilio Negrini accusa la Disney di proporre «film porno» ai bambini


Attilio Negrini sarà anche un discepolo di Mario Adinolfi e delle Sentinelle in piedi, ma quella sua condizione non lo legittima di certo a poter scrivere messaggi come questo:



Il fondamentalista attacca il catalogo di Disney+ per il Pride Month, costituito da normalissimi film e serie televisive, inventandosi che quelli sarebbero «film porno».

La sua teoria diffamatoria si basa sul sostenere che i film in cui sono presenti personaggi lgbt sarebbero «pornografici» perché da lui accusati di contenere «azioni che esulano da un normale rapporto affettivo». Peccato che l'accusa sia folle e la definizione fornita ai suoi proseliti sia stata inventata di sana pianta.
Fondando le sue concussioni sulle sue false premesse, inizia a dire che i film con personaggi gay «andrebbero vietati ai minorenni» prima di giocarsi la solita carta dei bambini che anche il suo amato Gandolfini ama usare come strumento di incitamento alla discriminazione alla discriminazione. E così, Negrini dichiara: «Disney Channel è frequentato da molti minorenni».
Peccato che Disney Channel e Disney+ siano due cose diverse, anche se il suo citare a sproposito i minorenni (tranne quando sono i suoi amici russi a stuprare bambine minorenni) pare solo un becero tentativo di sostenere che i gay farebbero male ai bambini come amano sostenere le lobby integraliste finanziate da Brian Brown.

Tra i commenti, alcuni seguaci di Negrini si lanciano nelle solite accuse di "blasfemia" o nel dirsi convinti che la Disney voglia "pervertire" quei bambini che loro vorrebbero fossero cresciuti ad immagine e somiglianza di Pillon o di Kirill:





La speranza è che l'ufficio legale della Disney possa decidere di far capire a Negrini che la sua omofobia non lo legittima ad accusarli di proporre «film porno» ai bambini.
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