Cloe Bianco, si è data fuoco l'ex insegnante transgender denigrata da Adinolfi e Donazzan


Si chiamava Cloe Bianco. Era stata allontanata dall’insegnamento perché transgender e ora lavorava nella segreteria scolastica. Ha dato fuoco al camper in cui viveva nel veneziano, morendo intenzionalemte tra le fiamme. Aveva annunciato il suo gesto sul suo blog, scrivendo:

Subito dopo la pubblicazione di questo comunicato, porrò in essere la mia autochiria, ancor più definibile come la mia libera morte. In quest’ultimo giorno ho festeggiato con un pasto sfizioso e ottimi nettari di Bacco, gustando per l’ultima volta vini e cibi che mi piacciono. Questa semplice festa della fine della mia vita è stata accompagnata dall’ascolto di buona musica nella mia piccola casa con le ruote, dove ora rimarrò. Ciò è il modo più aulico per vivere al meglio la mia vita e concluderla con lo stesso stile. Qui finisce tutto.

La sua storia è iniziata nel 2015, nel giorno in Cloe, insegnante di laboratorio dell’istituto Scarpa di San Donà di Piave, si è presentata ai suoi studenti vestito da donna ed ha annunciato che era diventata Cloe.
Una ragazza si disse «choccata» da quella rilevazione e chiede a suo padre si scrivere all'assessore regionale all'istruzione Elena Donazzan, nota per la sua vicinanza alle lobby omofobe. L'assessora irrise l'insegnante, parlando di una «carnevalata».
L'associazione di estrema destra "Veneto Fronte Skinheads" appese dinnanzi all'istituto uno striscione con scritto "Fuori i gender dalle scuole". Mario Adinolfi insultòl duramente la donna durante una serie di tre puntate de "La Vita in diretta", spalleggiato anche dall'assessora Donazzan che prese parte a quell'inquisizione mediatica:


Cloe venne sospesa, poi relegata lontano dagli studenti. Nel suo post d'addio, la donna ha anche aggiunto:

Il possibile d’una donna brutta è talmente stringente da far mancare il fiato, da togliere quasi tutta la vitalità. Si tratta d’esistere sempre sommessamente, nella penombra. In punta di piedi, sempre ai bordi della periferia sociale, dov’è difficile guardare in faccia la realtà. Io sono brutta, decisamente brutta, sono una donna transgenere. Sono un’offesa al mio genere, un’offesa al genere femminile. Non faccio neppure pietà, neppure questo.

Bianco aveva scritto il libro “PERsone TRANSgenere. Manifesto e Progetto della dignità e dei diritti delle persone transgenere in Italia” e aveva un blog in cui parlava con regolarità dei diritti e delle discriminazioni subite dalle persone lgbtqi.
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