Il pastore Carollo ha da ridire sui genitori che accettano l'identità dei figli


Quando il pastore Luigi Carollo usò il corpo di sua figlia per scrivere messaggi anti-gay da dare in pasto ai social network, dichiarò di aver denunciato chiunque abbia osato contestare la sua scelta e mettesse in dubbio le sue capacità genitoriali.
Eppure oggi lo troviamo ad dichiarare che a lui non sta bene che una mamma abbia mostrato rispetto verso l'identità di genere della figlia, sostenendo che i genitori dovrebbero essere costretti a imporre ai figli il dovere di non mostrare alcuna disforia di genere.
Inaccettabile è il suo accusare la mamma avrebbe rovinato la figlia perché avrebbe accettato la sua identità al posto di rifiutarla come avrebbe fatto lui:



Coi spiace per il pastore Carollo, ma Emma è una bambina e non «un bambino» come lui la definisce. E si chiama Emma, non è che «si fa chiamare Emma».
Comunque sia, appare molto opinabile il suo sostenere che si dovrebbe impedire ai genitori di permettere ai loto figli di vivere la vita che è più congeniale al loro sentire, dato che quella è la frase cu cui il pastore ha costruito il suo attacco ad una mamma.

Aizzati dal pastore, i suoi psoseliti iniziano a fare branco e a diffamare la madre:



Stando a quanto sosteneva il pastore, quei commenti sarebbero da intendersi come «minacce» dato che lui usava quel termine per definire commenti assai meno violenti:





Siamo certi che si debba punire chi esprime l'opinione che si dovrebbero togliete i figli a chi li usa per la propria propaganda mentre sarebbe lecito permettere ad un pastore di guidare un attacco squadrista contro l'onore e la dignità di una madre che lui accusa di non essere transfobica come Orban comanda?
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