La Federazione internazionale di nuoto mette al bando le nuotatrici transgender


La Federazione internazionale di nuoto (Fina), presieduta dal kuwaitiano Husain Al-Musallam, ha deciso di mettere al bando le atlete transgender dalle gare d'élite femminili. Secondo le nuove direttive, le donne transgenedr potranno accedervi solo se hanno completato la transizione di genere entro i 12 anni, ossia un'età impensabile che non lascerebbe neppure i tempi tecnici e psicologici per appurare la reale presenza di una disforia di genere.
La decisione è stata presa durante il congresso generale straordinario svoltosi a Budapest, decidendo che «l sesso biologico è un determinante chiave delle prestazioni atletiche» e «il divario che si crea in esse è dovuto anche alle differenze di sesso che emergono all’inizio della pubertà».
Verrà ora istituita una nuova categoria «aperta» per i nuotatori e le nuotatrici la cui identità di genere non coincide con il sesso biologico: «Non voglio che a un atleta venga detto che non può competere ai massimi livelli -ha specificato il presidente- La creazione di una categoria aperta significherà che tutti avranno l’opportunità di competere a livello d’élite. Questo non è mai stato fatto prima, quindi la Fina dovrà aprire la strada»-
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