Mario Adinolfi è tornato ad accostare l'omosessualità alla pedofilia


Mario Adinolfi è tornato ad accostare l'omosessualità alla pedofilia, sostenendo che lui ritenga che gli scandali sessuali del clero andrebbero imputati ai gay. A suo dire, alla base degli scandali sessuali nella Chiesa ci sarebbe la pedofilia, ma l'omosessualità.
Ed ovviamente attribuisce quelle teorie, ampliamente screditate dagli studi scientifici, al Papa in virtù di come il Pontefice abbia opinabilmente deciso di vietare il sacerdozio a chiunque non dichiari di condividere le medesime pulsioni sessuali di Adinolfi.
Il fondamentalista romano tenta persino di accostare la parola "malattia" all'omosessualità, ricordando i tempi in cui promuoveva fantomatiche "terapie riparative" dell'omosessualità ospitando Luca Di Tolve sui palchi dei suoi comizi:



Sono ormai anni che Adinolfi tenta di accomunare l'omosessualità alla pedofilia, risultando autore di decine di messaggi che mirano a promuovere quella teoria come mezzo di istigazione alla discriminazione. Per inventarsi quella tesi, il signor Adinolfi ha tentato di attribuire un presunto orientamento sessuale a delle violenze sui minori, ignorando il fatto che spesso è l'omofobia a portare i predatori sessuali a cercare una penetrazione anale in quanto ritenuta più umiliante per la vittima. Ciò spiega perché il 47,3% degli abusi sia compiuta da padri eterosessuali che hanno ingravidato le loro mogli prima di violentare i loro figli maschi.
Ed è stupefacente come Adinolfi citi come fonte i dati uno studio realizzato dal John Jay College, ignorando volutamente come in quello studio venga chiaramente sancito che «la ricerca ha evidenziato come non esista alcuna prova statistica che i preti gay abusino i minori più dei preti eterosessuali». Lui ha però ha preferito prendere una tabella, inventarsi le sue teorie pseudo-scientifiche basate sul pregiudizio e scrivere frasi come queste:





















Il suo capolavoro è un messaggio in cui tentò di sostenere che al mondo non esisterebbe un solo eterosessuale pedofilo:



La fonte? Sempre quel John Jay College che dichiarò come «la ricerca ha evidenziato come non esista alcuna prova statistica che i preti gay abusino i minori più dei preti eterosessuali». E se Adinolfi dice che lui starebbe col Papa tranne quando si parla di divorzio, migranti o vaccini, non ci spiega perché non esisterebbero pedofili eterosessuali ma il 95% degli abusi avviene in famiglia.

Tra i commenti, Adinolfi parrebbe teorizzare che il problema non sia la violenza perpetrata ai minori, ma il fatto che la Chiesa abbia dovuto spendere dei soldi per risarcire le vittime:



Pare anche appassionarsi ai termini, contestando chi di limita a osservare che uno stupro fa sempre schifo ed è ancora più schifoso se perpetrato su minori da parte chi esercita un ruolo di autorità su di loro:



Quindi la pederastia dovrebbe andarci bene? E che c'entra l'omosessualità con i suoi distinguo sull'età delle vittime?

Comunque sia, secondo il solito report del John Jay College realizzato nel 2004 su commissione della Conferenza Episcopale statunitense, volto a studiare l'incidenza dei casi di abusi minorili all'interno della Chiesa cattolica negli Stati Uniti, solo il 24% degli abusi accertati dalla curia è stato segnalato alla polizia (un dato che Adinolfi non cita mai) e il 50,9% delle vittime che ha sporto denuncia ha una età compresa tra gli 11 e i 14 anni, 27.3% hanno tra i 15 anni e i 17, il 16% sono bambini e bambine tra gli 8 e i 10. Il restante l 6% hanno una età sotto i 7 anni. Secondo la legislazione italiana, gli atti di pedofilia sono compiuti sui minori di 14 anni.
Complessivamente circa il 73% delle vittime che ha denunciato ha 14 anni o è un bambino. Quindi sì, la stragrande maggioranza dei casi è pedofilia e non pederastia come sostiene Adinolfi.

Sulla base dello studio, Wikipedia riporta:

È quindi presumibile che gran parte del 4% del clero americano accusato di reati a sfondo sessuale in America abbia compiuto crimini di pedofilia mentre una modesta percentuale abbia compiuto atti di pederastia.

Si segnala anche come a teorizzare che gli abusi riguarderebbero principalmente "maschi che abusano di altri maschi" è stato Massimo Introvigne, responsabile nazionale di Alleanza Cattolica fino al 2016. Ed è sulla base di quelle quella teoria che il vaticanista Marco Tosatti cercò di accomunare gli abusi ai gay grazie al contributo della lobby di Riccardo Cascioli (vicina a Comunione e Liberazione) e all'immancabile monsignor Viganò (che oggi risulta alla guida dei movimento no-vax). Difendendo alcune illazioni lanciate dal cardinale Bertone, Massimo Introvigne dichiarò:

Credo che sia doveroso esprimere solidarietà al Cardinale Bertone, vittima di un'aggressione indegna e anche francamente maleducata. Nel quadro di un'intervista, che non è un saggio scientifico, il Cardinale ha semplicemente fatto allusione a un dato ovvio, che tutti gli addetti ai lavori conoscono. Secondo il rapporto del 2004 del John Jay College di New York, lo studio più autorevole che esista sul tema, negli Stati Uniti l'81% delle accuse di abusi su minori rivolte a sacerdoti riguardano i ragazzini e non le ragazzine. Parliamo di maschi che abusano di altri maschi. Anche in Irlanda gli abusi di sacerdoti su ragazzi sono circa il doppio di quelli su ragazze. Questi sono numeri, che come tali non dovrebbero offendere nessuno e a cui non va fatto dire più - ma neanche meno - di quanto dicono.

Peccato che il fatto che gli abusi "riguardano i ragazzini e non le ragazzine" non sia indicativo dell'orientamento sessuale del predatore. E tutto ci riporta a osservare come dietro a queste teorie che mirano a istigare odio contro interi gruppi sociali ci siano sempre le solite persone e le solite lobby che da anni si battono contro i diritti delle persone lgbt.
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