Pillon aizza i suoi proseliti contro Paola Turci perché ritiene «poco cristiana» la discriminazione


Il senatore leghista Simone Pillon ha provato ad aizzare i suoi proseliti contro Paola Turci, sostenendo vada punito chi ritiene «poco cristiano» il suo utilizzare la religione come pretesto per la discriminazione.
Pillon sostiene sarebbe «assurdo» pensare che Dio non sia omofobo e razzista come lui lo dipinge, affrettandosi ad irridere chi parla di fascismo davanti ad un senatore che va a braccetto con i neofascisti di CasaPound. E così si è affrettato ad entrarsi in offese personali che arrivano persino a toccare la salute della cantante, sbraitando che la Turci dovrebbe «guarire» dalla tolleranza e convertirsi alla discriminazione predicata da Mosca. Si proclama persino rappresentante dell'umanità intera, giurando che «la stragrande maggioranza della popolazione mondiale» di riconoscerebbe nella sua omofobia.



Il senatore tenta così di sostenete che chi non è ferocemente omofobo non possa cristiano e che sarebbe «fascismo» combattere le discriminazioni. Ovviamente non spiega su quali basi abbia deciso che i crimini d'odio sarebbero "cristiani" o che chi va ai Pride non possa prendere parte a processioni religiose, facendo finta di non capire che il problema non è che lui vada alle processioni, ma che lui diffami i partecipanti ai pride mentre la chiesa gode di fin troppo rispetto persino davanti ai blasfemi rosari anti-gay da lui promossi.
Se ai cristiani venisse negato il matrimonio, lui se starebbe zitto dicendo che sono bravi i giocatori che si rifiutano di indossare una croce contro quella discriminazione?
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