Pillon: «Io e mia amica Päivi a processo per aver difeso la verità». Dissero che i gay adescano minori e vanno curati


Il senatore leghista Simone Pillon sostiene che il suo aver dichiarato che i gay sarebbero «adescatori di minori» significherebbe «difendere la verità dal pensiero unico lgbt». E si paragona pure alla sua «amica» Päivi Räsänen, ossia la parlamentare finlandese sovvenzionata dall'Adf tedesca che promuoveva fantomatiche "terapie riparative" dell'omosessualità e che citava san Paolo per giustificare l'odio omofobico. In un opuscolo del 2004 scrisse anche: "I nostri diritti fondamentali vietano giustamente la discriminazione delle persone basata, tra l'altro, sull'inclinazione sessuale, ma ciò non richiede l'elevazione dei rapporti anomali allo stato di matrimonio". Più recentemente, in un post del 2019, sostenne che ai gay dovesse essere negata la liberà di manifestazione perché lei li reputava oggetti di "vergona e peccato".

Pillon dice che quella sarebbe la «verità» e che lui la difenderebbe in quanto detentore unico e leghista della volontà divina contro le minorenze. Peccato che la superbia sia un peccato capitale e che Gesù ci ricordasse che chi si esalta sarà umiliato. Ma forse Pillon non ha mai letto i Vangeli, preferendo brandirli contro gli altri:



Il senatore è quasi comico nel suo sostenere che loro direbbero «la verità» mentre omette parte delle accuse, forse nel timore che la verità renderebbe evidente le loro bugie. Infatti la sua «amica» risulta indagata per tutta una serie di tweet, non solo per quello in cui cita Paolo di Tarso contro i gay. Ed il problema non è l'aver citato brani della Bibbia, ma averli citati all'interno di opinabili tesi omofobe.
Interessante è anche osservare come Pillon già si prepari il terreno e gridi al martirio qualora i processi contro di lui, contro Gandolfini o contro la sua Silvana De Mari dovessero concludersi con una condanna. Evidentemente sa bene che sarà per loro molto arduo difendere quanto detto.
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