Adinolfi: «I Pride sono una carnevalata antifamilista e anticristiana. I loro sono falsi diritti»


Mario Adinolfi è petulante nel suo continuo abuso della religione come strumento di incitamento alla discriminazione. E così, pure oggi, si vanta di aver pubblicamente insultato i partecipanti al Milano Pride. Dice che la manifestazione sarebbe «una carnevalata» che lui sostiene sarebbe intrisa da «un surplus di violenza che ha un obiettivo distruttivo». Accusa i manifestanti di avere un atteggiamento «antifamilista e anticristiano» e precisa che lui ritiene che che quelli dei gay sarebbero dei «finti diritti civili»:



Nella sua intervista. Adinolfi si inventa che i gay avrebbero dichiarato guerra al cristianesimo e offendano le famiglie in cui sono nati. Inventandosi che una Costituzione scritta per cancellare i distingui fascisti prevedrebbe i suoi distinguo, dice:

I due nemici sono la famiglia chiamiamola tradizionale (che io chiamo famiglia naturale, usando l’espressione dell’articolo 29 della Costituzione) e la Chiesa. Questi sono i due nemici che vengono indicati sempre nella sfilata del Pride.

Ovviamente non è una "sfilata" ma una manifestazione, anche se pare evidente che Adinolfi cerchi qualunque termine possa offendere e denigrare gli altri. Ed è sempre preferendo gli insulti alle argomentazioni che incalza:

Non ne faccio una colpa alla carnevalata. La carnevalata è una carnevalata. L’elemento preoccupante è la battaglia politica che è al fondo della carnevalata, che fa da substrato vero a tutto questo, che lo permette, che lo rende accettabile per un versante molto ampio della sinistra di questo Paese. E tutte queste normative che vengono racchiuse nella famosa domanda «Adinolfi, ma a te che ti cambia se si sposano due maschi o due femmine?», la logica di Enrico Letta, che è una logica da bambino di terza elementare: se non vuoi abortire non abortire, se non vuoi divorziare non divorziare, se non vuoi avere le unioni civili gay non fare le unioni civili gay, ma lascia gli altri liberi di farlo (a patto che non si tratta della libertà di non vaccinarsi, ovviamente). Logica di terza elementare, perché porterebbe a dire anche «se non vuoi ammazzare non ammazzare, ma lascia liberi gli altri di ammazzare», o di rubare.

Quindi amare qualcuno sarebbe come ammazzare? E perché sostiene che servano leggi che vietino l'amore mentre urlava che il contrasto ai crimini d'odio fosse "liberticida"?
Inizia così a dire che lui veda «un evidente male» nei Pride prima di sostenere che «questa posizione portata avanti dal Popolo della famiglia, voglio dirlo con chiarezza, non ha alcuna carica omofoba. Non c’è mai stato un atteggiamento violento o meno che corretto, non c’è una volontà di mirare sulle persone. Invece se si va a leggere tra i commenti alle mie prese di posizione su questi argomenti si trova un carico di violenza ad personam che fa spavento. E questo è un elemento che si aggiunge alla violenza oggettiva delle immagini del Pride».
Quindi ci faccia capire: lui rifiuta il diritto all'esistenza di interi gruppi sociali, li insulta da mattina a sera, chiede che i reati commessi per motivi d'odio restano impuniti e poi fa la vittima sostenendo che le sue vittime sarebbero cattive con lui? E perché è solo lui a vedere presunti gay contro le famiglie eterosessuali o contro la cristianità quando tutti gli altri notano più l'evidente omofobia contro le famiglie arcobaleno? Non ha niente da dire sulla violenza delle blasfeme processioni anti-gay organizzate dalla destra e benedette da Pillon?

Aizzati da Adinolfi, i suoi proseliti invocano uccisioni e diffamano con inumana violenza i genitori che non corrompono i figli all'omofobia:





Il bello è che poi fa pure vittimismo e lancia accuse mentre arma personaggi che invocano stragi e pretendono di indottrinare all'omofobia i figli degli altri. E con che diritto si permettono di dire che mezzo milione di persone farebbe «schifo» solo perché un fondamentalista li istiga alla discriminazione?
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