Monsignor Suetta: «Io non vedo alcun rischio di omofobia. I valori del Pride sono inconciliabili con la fede cattolica»


L'organizzazione forzanovista Provita Onlus ha davvero rotto le scatole con il suo andate in gita giurare falsamente che «molti dei cortei del Pride si caratterizzano per gesti e immagini offensive verso la religione cattolica».
Se è pur vero che quelle dichiarazioni chiariscono oltre ogni ragionevole dubbio che non c'è nulla di "cristiano" nella loro opera dato che nulla potrebbe essere più blasfemo di una lobby di estrema destra che abusa della religione come strumento di incitamento alla discriminazione, grave è come il vescovo omofobo di Ventimiglia si sia offerto di aiutarli nella loro jihad contro le persone lgbt.

Evidentemente scelto per le sue posizioni anti-gay, monsignor Suetta ha attaccato i Pride sostenendo che «in genere, queste iniziative hanno come obiettivo quello di sovvertire un approccio antropologico “tradizionale” ma soprattutto giusto e corretto da tutti i punti di vista. Per potersi diffondere e affermare, l’ideologia gender ha bisogno di eliminare i principi e i baluardi di una seria visione dell’uomo, della sua sessualità e, soprattutto, della complementarità sessuale».
Evidentemente Suetta, come la Maloni, non ha capito che diamine sarebbe quella fantomatica "ideologia gender" che è stata ideata da quel loro prete indagato per molestie sessuali, dato che mischiare l'orientamento sessuale con l'identità di genere mostra la loro confezione. Ed è abbastanza ridicolo che Suetta accusi i gay di essere gay, fantasticando come loro solito su come a loro piace immaginare una penetrazione vaginale.

Suetta inizia anche a dire che i principi di rispetto e di eguaglianza promossi nei Pride sarebbero «si tratta di idee sostanzialmente inconciliabili con la fede cattolica. Non comprendo quindi quale sia l’utilità di aprire un confronto con questo tipo di impostazione culturale. Si parte da posizioni e convincimenti così lontani che mi fanno ritenere inutile questo sforzo».
In altre parole, il monsignore invita a creare muri e non ponti, sostenendo che lui non vuole dialogare con chi non crede che l'omofobia sia un dogma di fede. Poi passa a dire che lui non accetta che alcune chiese abbiano organizzato veglie di preghiera contro l'omofobia:

Sicuramente sono iniziative che confondono le idee. Si va ad ingigantire un problema che, in definitiva, non c’è. Premesso che non vedo alcun rischio di omofobia, la domanda che pongo è: che cos’è davvero l’omofobia? Io la intenderei come una forma di reale persecuzione o accanimento nei confronti di persone omosessuali. Su un punto saremo tutti d’accordo: non è giusto esercitare alcuna forma di discriminazione o di violenza, nei confronti di queste persone. Diversa è la concezione di omofobia che si vuol far passare oggi: l’idea che va per la maggiore è quella di impedire di parlare a chiunque la pensi diversamente dalla tendenza dominante su queste tematiche, tacciandolo, appunto di omofobia. Avallare un approccio di questo tipo mi sembra davvero foriero di grande confusione.

In realtà il ddl Zan riteneva omofobia solo i reati già codificato dal codice penale, ma Suetta pare intenzionato a rilanciare la teoria di Provita, secondo la quale ogni contrato ai crimini d'odio sarebbe da intendersi come una limitazione della "libertà di opinione" dei gruppi di ultra-destra.
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