Pillon elogia i sette rugbisti australiani che non vogliono gay nello sport


Il quotidiano messaggio di istigazione alla discriminazione di Simone Pillon vede il senatore leghista pronto ad inneggiare a sette rugbisti australiani che si sono rifiutati di partecipare ad un'iniziativa per l'inclusione nello sport.
Inventandosi che la maglia riguarderebbe il Pride e che sarebbe da elogiare chi bestemmia Dio come pretesto per la discriminazione del prossimo, l'estremista scrive:



Il caso riguarda sette omofobi (Josh Aloiai, Jason Saab, Christian Tuipulotu, Josh Schuster, Haumole Olakau’atu, Tolu Koula e Toafofoa Sipley) che si sono rifiutati di giocare con una maglia a sostegno dell'inclusione nello sport perché dicono che che la mancata discriminazione degli atleti gay contrasterebbe con le loro convinzioni culturali e religiose. Ed ovviamente tale atto ha suscitato l'immediato plauso dei gruppi neofascisti:



E subito arriva il solito bandierino a sostenere che la mancata persecuzione dei gay porterebbe a "svilire" la figura di un maschio che troverebbe la sua massima rappresentazione in Pillon:



Insomma, appare evidente il degrado etico e culturale che accompagna l'elettorato di Pillon. Ed è surreale come questi "signori" pensino che l'omofobia di sette rugbisti blasfemi sarebbe una sconfitta per i gay, quando in realtà appare come una vittoria il fatto che milioni di persone abbiano provato disgusto davanti al loro gesto. Ed ovviamente Pillon non dice che l'allenatore della squadra si è scusato con il mondo per il loro gesto...
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