Adinolfi sostiene che i gay abbiano "discriminato" la sua Carlotta Toschi e che lei abbia paura di uscire da casa


Mario Adinolfi ha davvero stancato col suo voler trascinare all'infinito la pagliacciata di quella sua Carlotta Toschi che pretendeva di poter fare la volontaria in un centro lgbt dopo essersi candidata in un partito fondato sull'omofobia. Ed è molto indicativo che l'unica tizia disposta a sostenere quell'insulto all'intelligenza sia stata sempre e solo Hoara Borselli, più nota per le sue fotografie di nudo che per le sue idee. Eppure è su Canale 5 che il fondamentalista che teorizza la necessità di imporre la sottomissione femminile a scrivere:



Nel video allegato, il fondamentalista tenta di sostenere che tutte le donne impegnate in politica sarebbero incapaci che hanno sottratto posto agli uomini grazie alle quote rosa. Ed ovviamente dice che le sue candidate avrebbero enormi meriti, come la tetraplegica che lui usa per cercare di togliere diritti ai malati. Inizia poi a citare quella sua Carlotta Toschi che lui sostiene sia stata «discriminata» perché non ha potuto continuare a fare la volontaria in un centro lgbt mentre prometteva la discriminazione dei membri dell'associazione che ha usato per ottenere visibilità.
Ma nel fantasioso racconto di Adinolfi, la toschi sarebbe «una donna discriminata per le sue idee politiche». Peccato che l'odio omofobico non sia una «idea politica» ma un'aberrazione che calpesta la nostra Costituzione. Inoltre il suo chiedere che un'associazione gay debba essere costretta a finanziare chi li discrimina ricorda un po' troppo da vicino quando i nazisti chiedevano agli ebrei di pagare il biglietto del treno che li avrebbe portati nei campi di sterminio.
A detta di Adinolfi, sarebbe fatto obbligo imporre che una omofoba possa «lavorare» in associazioni che lei disprezza pubblicamente, ma il Papa farebbe bene a vietare il sacerdozio ai gay o lui avrebbe il diritto di non volere gay nel suo partito o nel cacciare chiunque osi contraddirlo. Ed ovviamente lui ne conclude che i gay sarebbero «pericolosi» perché osano scegliere i lor avvocati come la legge li legittima a fare.


Non è andata meglio con quella Hoara Borselli che si è inventata che candidarsi con Adinolfi significherebbe «riconoscere la famiglia tradizionale». Eppure è in una intervista rilasciata proprio alla signora Borselli che la signora Callotta aveva chiarito molto chiaramente che lei era impegnata per garantire che i gay non possano godere di pari dignità rispetto a chi ha un paio di mogli come il suo capo. Ed è ancora più imbarazzante il fatto che la signora Hora Borselli dica che la sua amica Carlotta avrebbe paura a camminare per strada temendo che i malvagi gay possano farle del male, anche se tutte le fotografie pubblicate dalla candidata di Adinolfi parrebbero smentire quella teoria.
1 commento