Carlotta Toschi: «I gay ci discriminato e sono violentissimi. Osano non volermi come loro avvocato»


Carlotta Toschi continua a incolpare i gay per l'evidente incongruenza del suo essersi candidata col partitino omofobo di Mario Adinolfi e dell'ex segretario di CasaPound mentre pretendeva di poter continuare a fare volontariato in un'associazione lgbt.
Forse intenzionata a vendicarsi e a farla pagare ai suoi ex clienti (che nel suo programma lei promette verranno privati dai loro più basilari diritti civili perché non hanno due mogli come il suo capo), è sulla pagine di Libero che la troviamo impegnata a fare vittimismo e ad inveire contro i gay:



Al posto di provare a spiegare con quale coraggio facesse volontariato in un'associazione lgbt mentre va in giro a dire che l'odio omofobico servirebbe a "difendere la famiglia" fondata sulla sacra unione carnale di Berlusconi e delle sue prostitute, la signora Toschi dichiara di aver ricevuto presunte «minacce dagli lgbt» mentre incitava alla loro discriminazione.

Nella sua surreale intervista rilasciata alla solita Hoara Borselli, la signora Toschi esordisce dichiarando il suo amore per il condannato Formigoni e per un Berlusconi in cui lei vedeva espressione di vero cristianesimo e tutela della famiglia tradizionale.
Passa poi a dirsi contraria al ddl Zan, ma presumibilmente favorevole al reato di opinione per chi osa contestare il fondamentalismo organizzato:



Passa così a lanciare accuse penali contro il Cassero. Evidentemente la "professionista" ritiene doveroso diffamare i clienti che, secondo il loro sacrosanto diritto, decidono di revocarle l'incarico. Ed ovviamente si inventa pure che per essere "cattolici" si debba essere omofobi e che sarebbe giusto discriminare i gay perché lei li accusa di discriminare chi li discrimina:



Inizia così a dire che la famiglia eterosessuale deve avere più privilegi rispetto alle altre, che si debba vietare l'esistenza delle persone trans o che i gay vadano ritenuti tutti responsabili delle presunte azioni di un singolo. Evidentemente l'avvocatessa non sa che le responsabilità penali sono sempre del singolo e non imputabili ad interi gruppi sociali come era prassi fare durante il fascismo.
Forse intenzionata a romanzare il racconto, sostiene persino che le avrebbero detto «sporca etero» manco fosse stata un gay a cui urlare insulti omofobi:



Ricorrendo al più becero vittimismo, inizia a dire che lei avrebbe paura perché i gay sarebbero dei violenti. Giura che i gay sarebbero più pericolosi dei peggiori criminali, sostenendo che non dovrebbero avere diritti perché il fatto che quegli schifosi possano anche solo lontanamente pensare di poter avere stessi diritti del suo Adinolfi sarebbe una ingiustificata "pretesa".

A quel punto inizia a urlare che i gay avrebbero dovuto affidarle delle vittime di discriminazione che lei stessa si premura di promuovere:



Non è chiaro se la signora Toschi creda davvero in quello che dice, dato che non pare verosimile possa davvero pensare che una vittima di odio potrebbe sentirsi al sicuro nel parlare con una tizia che promette leggi che imporranno discriminazioni ancora maggiori.
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