La Meloni torna a mentire sul ddl Zan, cercando di contrapporre le donne ai gay


Giorgia Meloni è tornata ad attaccare i gay, inviando una lettera al Corriere della Sera in cui la leader di estrema destra sostiene che il Ddl Zan fosse una legge che punterebbe all’«appiattimento della differenza sessuale, nuovo modello patriarcale che le fa scomparire e distrugge il materno».
In che modo il contrasto all'odio riguarderebbe il suo sostenere che la donna debba produrre figli non lo ha detto, preferendo inventarsi che «per la sinistra, essere madre non è un valore sociale ma addirittura qualcosa che può essere comprato e venduto: l’utero si può addirittura affittare e le donne povere si possono sfruttare. Bisogna lasciare fare il mercato. Noi invece ci battiamo per una piena e integrale applicazione della 194 e affinché le donne siano davvero libere di essere madri se lo vogliono, senza rinunciare a nulla, ai propri talenti, alla carriera e alla politica. Io credo che i diritti delle donne si difendano così».
Ovviamente l'intero delirio della signora Meloni pare basato sulla propaganda delle organizzazioni forzanoviste che la finanziano, con i loto termini usati per definire la GpA. Ed è buffo dica che sarebbe per colpa di una legge contro l'omofobia se alcuni eterosessuali scelgono Paesi poveri per la maternità surrogata mentre le persone lgbt vi hanno accesso solo in Paesi in cui è richiesta una verifica dell'assenza di necessità economiche da parte di chi sceglie come usare il proprio corpo.

Alessandro Zan ha osservato come la Meloni cerchi di contrapporre tutti quei diritti che lei e Putin vorrebbero cancellare, commentando:



In fondo anche la propaganda fascista era incentrata sulla creazione di false contrapposizioni che potessero generare odio.
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