Provita Onlus vuole vietare il diritto di poter contestare le sparate di Selvaggia Roma contro le adozioni gay
Jacopo Coghe continua a manifestare una forte insofferenza davanti al principio costituzionale sulla libertà di parola altrui. E così, oggi si è messo a sbraitare istericamente che alla sua organizzazione non sta bene che qualcuno possa contestare le tesi di una modella omofoba che propone di negare l'adozione ai gay sulla base del mero pregiudizio.
Se è curioso osservare come questi signori esprimano solidarietà a chi attacca le famiglie e non a chi è vittima delle sue invettive, ci spiace informarlo, esattamente come la sua pupilla può scrivere scemenze, in democrazia esiste il diritto ad esprimere dissenso. Mica siamo nella sua amata Russia, dove scompare nel nulla chi esprime dissenso dal regime.
E dato che non si sta parlando di quelle aggressioni omofobe che Jacopo Coghe sostiene siano da ritenere "libertà di espressione" da garantire a chi istiga alla discriminazione, è curioso dica che qualcuno avrebbe "massacrato" la sua beniamina. Si chiama diritto di critica, non massacro. Perché l'unico vero massacro è quello compiuto da quel Putin che loro prendevano a modello.
Quindi è legittimo osservare che le sparate di Selvaggia Roma suano prive di qualsivoglia base scientifica. Perché lei può anche giurare che le persone che lei conosce sarebbero tutte contrarie alle adozioni per le famiglie composte da persone dello stesso sesso, ma 25 anni di ricerche scientifiche documentano il contrario. E dato che si sta parlando della vita di alcune persone, sarebbe doveroso ascoltare gli esperti e non i conoscenti di una tizia che persino gli esponenti dell'organizzazione forzanovista dicono di non sapere chi diamine sia.
Infatti anche noi potremmo osservare che tutti i nostri conoscenti non darebbero mai dei figli a Jacopo Coghe o a Massimo Gandolfini, ma senza una prova scientifica nessun giudice potrebbe togliergli la patria podestà.
Inoltre ha un po' rotto quella teoria di Jacopo Coghe per cui chi è omofobo può sprizzare odio da ogni poro mentre chi chiede rispetto dovrebbe essere "rispettoso" di chi quel rispetto non lo concede agli altri. Perché, così come non basta dire che si hanno "molti amici omosessuali" per sentirsi legittimati ad essere omofobi, non basta proclamarsi più cattivi delle proprie vittime per pretendere che a loro sia negato il diritto alla difesa.