Adinolfi dice che sarebbe colpa di Mentana se lui non ha vinto le elezioni


Mario Adinolfi gode di un'esposizione mediatica a dir poco spropositata rispetto alla sua più totale irrilevanza politica. Ma dato che lui ama fare vittimismo, oggi piagnucola che lui avrebbe perso le elezioni solo perché non avrebbe avuto abbastanza spazio mediatico per promettere la sistematica tortura dei malati terminali, il finanziamento dei militari russi impegnati in stupri minorili e il divieto a qualunque forma di amore non preveda un coito vaginale che possa solleticare le sue più sfrenate fantasie sessuali.



Se appare quasi comico il suo sostenere che la sua alleanza con l'ex segretario di CasaPound dovesse avere lo stesso spazio concesso ai veri partiti, curiosa è la sua teoria per cui chi non rappresenta nessuno dovrebbe avere lo stesso spazio di chi rappresenta posizioni significative del Paese. Ed è alquanto infantile il uso sostenere che sarebbe colpa della sua presunta mancata esposizione mediatica se lui non ha vinto le elezioni.

Curiosa è anche la sua teoria per cui La7 non lo avrebbe mai citato, anche se fu proprio lui a vantarsi dell'intervista di 11 minuti che Enrico Mentana gli ha concesso alla vigilia delle votazioni. Ed è un po' strano che lui si trovasse fisicamente in quello studio mentre oggi giura che non lo avrebbero mai citato.
Inoltre il regolamento Agcom definisca come «soggetti politici» le «forze politiche che, al momento dello scioglimento delle Camere, costituiscono gruppo in almeno un ramo del Parlamento nazionale», le forze politiche «che hanno eletto con proprio simbolo almeno due rappresentanti dell’Italia al Parlamento europeo» o le forze politiche «che hanno eletto con proprio simbolo almeno un rappresentante nel Parlamento nazionale e che sono oggettivamente riferibili ad una delle minoranze linguistiche». E ci spiace per Adinolfi, ma non ci pare che suo partitino possa rientrare in quelle definizioni.

Aizzati da Adinolfi, i suoi non perdono tempo per chiarire che loro frequentano la sua pagina solo per fare branco, diffamare gli altri e guardare quelle fotografie delle sue figlie in mutandine che lui è solito elargire loro. Ed è con la violenza che contraddistingue la sua gente che troviamo chi scrive:



Nulla di strano, dato che Adinolfi ha trascorso gli ultimi anni a carcere di convincere i suoi proseliti che l'odio ei crimini dettati dall'odio fossero cosa buona e giusta. Evidentemente qualcuno gli ha creduto ed ambisce a beccarsi una denuncia per diffamazione aggravata pur di poter fare branco al servizio del suo leader.
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