Mirko De Carli: «Abbiamo liberato il parlamento dalle perversioni di Monica Cirinnà»


Da buon esponente del partito omofobo di Mario Adinolfi, il signor Mirko De Carli pare letteralmente ossessionato dalla sua avversione contro i gay e le loro famiglie. E così, oggi dichiara che lui ritiene che si sarebbe dovuto evitare di perdere tempo a garantire che le famiglie gay potessero avere una minima parte di quei diritti di cui gode il suo Adinolfi e le sue due mogli, anche perché tanto lui quei diritti li ha garantiti e lui non ha problemi a negarli agli altri esattamente come dichiara che lui sarebbe disposto a sacrificare la vita delle famiglie ucraine in cambio di uno sconto sulla sua bolletta.
Non contento, appare quasi comico mentre giura che sarebbe stata Monica Cirinnà a «bloccate il parlamento» a fronte dell'ostruzionismo delle destre contro le unioni civili. Poi, incurante di come l'alcol sia la prima causa di morte tra i giovani e che abbia ben poco senso il suo sbraitare slogan contro la cannabis se poi si mostra sempre attaccato ad una bottiglia, dichiara di aver stampato una bottiglia di spumante per festeggiare la mancata elezione di Monica Cirinnà:



E così, ancora una volta, co mostra che loro sono quelli che non cercando i migliorare la propria vita, ma provano eccitazione nel cercare di danneggiare la vita altrui. In quello che appare come un pessimo tentativo di dare lezioni di bullismo ai bambini, è dai microfono di Radio Café che il fondamentalista ha iniziato a dire che Monica Cirinnà gli avrebbe «rotto le scatole» perché lui sostiene che grazie alla vittoria delle destre «finalmente abbiamo liberato il parlamento dalle sue perversioni». Ovviamente si inventa che la Cirinnòà starebbe sulle scatole ai gay., forse pensando che i gay si sentirebbero rappresentato da Pillon o dalla sua Maria Rachele Ruiu che si battono per eliminare il loro diritto all'esistenza.


De carli si inventa persino che in Italia i gay «non si possono sposare perché la legge dice che deve esserci un maschio e una femmina, ringraziando Dio. Le unioni civili non sono un matrimonio. A me non me ne frega niente se loro vogliono stare assieme. Gli italiani hanno dato la mazza in testa alla Cirinnà. Ora il cane dovrà andare a lavorare, perché il cane si trovava i soldi nella cuccia».
Insomma, il partito di Adinolfi non perde occasione per dimostrare che loro sperano di poter sostituire le argomentazioni con gli insulti, forse confidando nel degrado morale dei loro pochi elettori.
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